Agricoltura

No del Parlamento Ue al regolamento per riduzione dei pesticidi. Legambiente e FederBio: gravissimo

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La norma prevede un taglio del 50% entro il 2030. Pochi giorni fa è arrivato il mancato stop alla proroga del glifosato per altri 10 anni.

 

di Iacopo Ricci
24 novembre 2023

Un no secco al taglio del 50% all’uso dei pesticidi entro il 2030 è arrivato dal Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo il 22 novembre. L’esito della votazione sul regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) rischia così di vanificare gli obiettivi del Green Deal, delle strategie From farm to fork e Biodiversity 2030, vale a dire le politiche di sostenibilità predicate negli ultimi anni. Respinto anche il rinvio in commissione Ambiente.

E adesso che succede? Il testo dovrà tornare in Consiglio ma le speranze degli addetti ai lavori sono ridotte al lumicino. Un brutto segnale era già arrivato nei giorni scorsi con il mancato stop alla proroga del glifosato per altri 10 anni (non essendo stata raggiunta per due volte la maggioranza qualificata sarà la commissione Ue a decidere entro il 15 dicembre e l’esito non è affatto scontato).

Quello che sta succedendo è molto grave – tuona l’imprenditrice toscana Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – sui temi della difesa dell’ambiente e della salute umana siamo tornati, con il voto di oggi e non solo, all’anno zero delle politiche comunitarie. Immaginiamo che una parte del Parlamento Ue si sia lasciata trascinare da chi dice che, in una situazione di crisi come quella provocata dalle guerre e dal conseguente aumento dei prezzi, occorre tornare all’antico, ossia all’agricoltura basata sulla chimica. Ma è un approccio autolesionista”.

Anche Legambiente si unisce al coro di cittadini e associazioni allarmati per la brutta piega presa dall’Ue su questi temi. Il timore è che, tra Bruxelles e Strasburgo, se ne stia facendo una questione elettorale a discapito del buon senso.

Per Angelo Gentili, responsabile Agricoltura dell’associazione ambientalista, il voto del 22 novembre rappresenta uno schiaffo a quanto fatto finora sul fronte della sostenibilità dal campo alla tavola. E la speranza in un ripensamento è appesa a un filo.L’auspicio è che il Consiglio dell’Unione europea imbocchi la strada del negoziato in prima letturaauspica GentiliSolo in questo modo il testo adottato dal Consiglio potrà tornare in seconda lettura in Parlamento. Una strada in salita che difficilmente potrà vedere la luce entro la fine della legislatura. Una disfatta”.