Agricoltura

Nuove norme sui pesticidi, ancora pochi giorni per partecipare alla consultazione pubblica

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Un gruppo di associazioni italiane presenta una controproposta: “Regolamento che obbedisce ai dettami dell’industria chimica e dell’agroindustria”. 

 

15 settembre 2022

La proposta di regolamento con nuove norme sull’utilizzo dei pesticidi presentata a giugno dalla Commissione Europea, anziché porsi l’obiettivo di ridurne l’uso come richiede la strategia Farm to fork, va nella direzione opposta facendo un favore alla lobby dell’industria chimica e dell’agricoltura industriale. Lo sostiene un gruppo di associazioni italiane che, nell’ambito della consultazione pubblica lanciata dalla Commissione, ha preparato una controproposta italiana. Chi vuole sottoscriverla può farlo entro il 19 settembre 2022.
Di seguito l’appello delle associazioni con il testo della proposta e le istruzioni per aderire all’iniziativa. 

La Commissione europea ha presentato il 22 giugno 2022 una proposta di regolamento per abrogare l’importante direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei pesticidi sancendo che non è vietato l’acquisto on line o con scontrino dei pesticidi, sarà possibile utilizzarli a soli 3 metri dalle aree definite sensibili (art. 18) e dalle acque superficiali (art. 19), sarà agevolata la loro applicazione aerea “quando le condizioni meteorologiche avverse rendono il terreno inadatto ai veicoli terrestri” (art. 20), non c’è più bisogno di mettere nessun cartello per avvisare i passanti che l’area agricola è stata trattata con pesticidi, vengono inseriti tutti i prodotti rameici ammessi in agricoltura biologica nella definizione di prodotti fitosanitari più pericolosi (art. 3, art. 5 ed altri), si concede attraverso la PAC agli agricoltori “un sostegno per conformarsi a tali requisiti” (art. 43). La lobby agrochimica e alcuni Paesi cercano di rendere questo regolamento ancora più pericoloso per cui è davvero importante che i cittadini e le organizzazioni facciano sentire la loro voce a tutti i livelli.

Obiettivi

Come proposto anche dall’associazione francese Générations Futures (https://shaketonpolitique.org/it/consultazioni/consultation-europeenne-pesticides/) serve richiedere una forte regolamentazione dell’UE sui pesticidi con obiettivi di riduzione applicabili per ogni paese dell’UE, contrastando la lobby dell’industria chimica e dell’agricoltura industriale.
Per partecipare non si deve fare altro che, entro il 19 settembre 2022

NOTA BENE: La Commissione conterà solo proposte uniche! Quindi personalizza la tua risposta scrivendo ad esempio: Appoggio pienamente il contributo espresso nella “controproposta italiana” e modificando il testo nel riquadro come credi, mantenendolo comunque sotto i 4000 caratteri e scrivendo le tue aspettative.

Allega infine il PDF della controproposta italiana e diffondi il più possibile l’iniziativa.

Mentre la Corte dei Conti europea rileva che gli agricoltori percepiscono i contributi PAC anche se non rispettano le norme obbligatorie sui pesticidi, la proposta della Commissione europea elude i problemi ambientali, etici e di salute, causati dall’uso non a norma dei pesticidi e dimentica che l’unica soluzione per ottenere una riduzione delle sostanze realmente più pericolose è quella di insegnare l’agricoltura biologica a tutti gli agricoltori.

La stessa strategia Farm to fork, oltre che ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti, chiede di “potenziare l’agricoltura biologica (…) e invertire la perdita di biodiversità”.

Il nuovo regolamento proposto considera invece in modo identico 290 pesticidi sintetici e diverse sostanze chimiche, che sono attualmente ammesse in agricoltura biologica solo grazie ad importanti requisiti inerenti la tossicità e la persistenza, molte delle quali di origine naturale e presenti in natura, come i prodotti rameici considerati tutti dal 2015, senza motivi plausibili, “candidati alla sostituzione”, mentre consentono protezione secolare dei raccolti e mantenimento delle superfici coltivabili nelle aree definite “sensibili”.

La Risoluzione del Parlamento Europeo del 12 febbraio 2019 (citata nella proposta), segnala che “l’agricoltura biologica svolge un ruolo importante quale sistema con impiego ridotto di pesticidi”.

L‘agricoltura biologica, certificata e controllata nell’Unione Europea dal 1991, è considerata nella proposta complementare all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari nelle premesse, nei considerata e in alcuni articoli, mentre viene completamente ignorata nelle parti determinanti e per lo sviluppo degli indicatori di rischio che restano incomprensibilmente invariati.

Nella controproposta allegata le richieste costruttive sono evidenziate in giallo, mentre le parti da cancellare sono rimpicciolite e la numerazione a piede di pagina mantiene quella originale.

Non essendo ancora riusciti a ridurre l’acquisto dei pesticidi di sintesi e sistemici realmente più pericolosi, che in Italia sono passati per i principi attivi non ammessi in agricoltura biologica dai kg. 29.225.661 del 2012 ai kg. 30.993.665 del 2020 (dati ISTAT),

serve cambiare paradigma di intervento e anziché modificare il regolamento (UE) 2021/2115 per garantire agli agricoltori non biologici “un sostegno finanziario per la transizione verso un uso più sostenibile dei pesticidi” ormai decretato per legge in tutta l’Unione europea dal 1° gennaio del 2014,
serve sancire, come la logica richiede ormai da alcuni decenni, l’obbligo di:

  1. vendere i prodotti fitosanitari esclusivamente con fatturazione elettronica;
  2. consentire l’acquisto e l’uso dei prodotti fitosanitari solo in presenza di un atto fitoiatrico redatto da un professionista abilitato;
  3. vietare gli acquisti on line di prodotti fitosanitari;
  4. proteggere la popolazione dall’effetto deriva con norme vincolanti e sanzioni dissuasive;
  5. esporre avvisi preventivi dell’uso di prodotti fitosanitari sul perimetro dell’area da trattare;
  6. vietare sempre tutte le irrorazioni aeree;
  7. garantire sempre idonee distanze dai corsi d’acqua e protezione delle falde acquifere;
  8. prescrivere, per i trattamenti non ammessi in agricoltura biologica, opportune distanze dai terreni coltivati con il metodo biologico, da qualificare come “aree sensibili” alla stregua delle “superfici non produttive” gestite per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali (art. 3 punto 16.e);
  9. effettuare il monitoraggio dei progressi con statistiche sui 290 principi attivi non ammessi in agricoltura biologica ed escludendo i pascoli;
  10. non vietare ai professionisti, agli stessi esperti e ai ricercatori in materia, il diritto di esprimersi e fare consulenza.

Tutti questi obblighi sono ben esposti nella controproposta allegata.
L’agricoltura europea non dev’essere contaminata e inquinante.

Alessandro Bandinelli presidente Bio-Distretto del Montalbano
Dario Dongo presidente Egalité
Eugenio Serravalle presidente Assis, medico pediatra
Francesco Illy azienda agricola biologia
Francesco Romizi presidente Biodistretto Valdichiana aretina
Giacomo Meloni Confederazione Sindacale Sarda
Gianni Cavinato presidente Associazione Consumatori Utenti
Giovanni Malatesta Azienda agricola biologica
Marco Bertelli presidente CREAA
Marco Mameli presidente Assotziu Consumadoris Sardigna
Marco Tiberti presidente European Consumers Italia
Mario Apicella direzione tecnica AltragricolturaBio, portavoce Biodistretto del Monte Amiata
Marta Strinati giornalista professionista
Matteo Carbone direzione tecnica AltragricolturaBio
Maurizio Barsella CUB Sanità Italiana
Maurizio Mazzariol presidente Altragricolura Bio
Mauro Falcioni presidente Vitaly AgriBio aps
Michela Del Vecchio direzione tecnica AltragricolturaBio
Patrizia Gentilini medico oncologo ed ematologo
Riccardo Piras a Cunfederazione Liberos Massaios e Pastores Sardos
Rosalba Luzzi del coordinamento Bio-Distretto del Montalbano
Rosanna Crocini presidente Acqua Bene Comune
Samuela Breschi presidente Obiettivo periferia