Inquinamento

Pesticidi nei fiumi, situazione critica per la Piana pistoiese

Il fosso Quadrelli a Quarrata
Il fosso Quadrelli a Quarrata

Pubblicato sul sito di ARPAT l’esito delle indagini 2016 sulle acque della Provincia di Pistoia. Nel distretto florovivaistico valori altissimi di fitofarmaci in fiumi e torrenti, i diserbanti incidono per il 90%.

Che il distretto florovivaistico di Pistoia fosse inquinato, e molto, dai fitofarmaci, lo si sapeva da tempo. Ma vederlo scritto nero su bianco, con tanto di dati e percentuali, fa sempre un certo effetto.
È stata pubblicata sul sito di ARPAT, l’Agenzia regionale di protezione ambientale, la relazione “Andamento della contaminazione da fitofarmaci nel territorio della provincia di Pistoia” con i risultati delle indagini svolte nel 2016 sulla presenza di pesticidi nelle acque della provincia di Pistoia.

Il monitoraggio eseguito da ARPAT alla ricerca di residui di fitofarmaci ha riguardato principalmente tre reti idriche: le acque superficiali (laghi e corsi d’acqua), le acque destinate alla potabilizzazione, le acque sotterranee (pozzi).
112 i principi attivi ricercati (erbicidi, fungicidi e insetticidi) in 27 stazioni di rilevamento, a cui va aggiunto l’erbicida Glifosate e il suo prodotto di degradazione, l’Acido aminometilfosfonico (AMPA).

Le acque superficiali sono risultate di gran lunga le più inquinate. Su 14 stazioni di monitoraggio (10 corsi d’acqua e 4 invasi) lo standard di qualità ambientale per i pesticidi totali è stato superato in 6 stazioni su 14; 10 su 14 le stazioni che hanno superato lo standard come singolo principio attivo, dei quali cinque casi determinati soltanto da Glifosate e/o AMPA.

La maglia nera dell’inquinamento da fitofarmaci va ai corsi d’acqua della pianura a sud-est di Pistoia, quasi completamente occupata dai vivai.
Altissimi i valori dei pesticidi totali registrati in fiumi e torrenti, un’autentica concentrazione di veleni: oltre 30 volte il limite per il fosso Quadrelli, 20 volte per la Brana. Glifosate e AMPA i più presenti, accanto a vari erbicidi come Oxadiazon, Oxifluorfen e Pendimethalin. E in ogni caso il contributo dei diserbanti supera il 90%.
Va un po’ meglio in Valdinievole, dove i livelli di pesticidi totali sono almeno 10 volte più bassi rispetto alla Piana pistoiese. Ma i veleni ci sono anche qui, con il superamento degli standard di qualità ambientale per la presenza di AMPA nel torrente Nievole, nel Pescia e nel Padule di Fucecchio.

Il rapporto di ARPAT fa anche una dettagliata analisi dei trend di queste contaminazioni: la conclusione è che non si va peggio, ma neanche meglio rispetto agli anni precedenti. Le variazioni tra un anno e l’altro sembrano più che altro di carattere contingente e determinate dall’andamento climatico.

Per quanto riguarda le acque destinate alla potabilizzazione, in due delle stazioni controllate sono stati rilevati casi di contaminazioni elevate, mentre le acque sotterranee sono risultate a norma.
Tuttavia – fa notare  ARPAT ricordando lo sversamento accidentale di una cisterna contenenti diserbanti  nel comune di Pistoia, – i pozzi sono estremamente vulnerabili alla contaminazione da fitofarmaci. Per questo si sta pensando di inserire almeno una stazione di monitoraggio della prima falda in quelle zone che ora non sono controllate direttamente.

In conclusione, le acque della Piana pistoiese sono ancora ben lontane dal raggiungimento dell’obiettivo del Buono stato ecologico che scadrà nel 2021. Sono necessari, spiega l’agenzia, energici interventi correttivi delle pratiche agricole, in particolare di quelle vivaistiche. Perché  la provincia di Pistoia ha nel settore vivaistico una delle sue eccellenze, ma anche un problema per l’ambiente e la salute umana.

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