Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: i nodi stanno venendo al pettine

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Ritardi, poco o nulla per le emergenze ambientali, deficit di trasparenza. Adesso il timore di non riuscire a spendere tutta la cifra disponibile è serio.  

 

di Sandro Angiolini
9 aprile 2023

Al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza- valore circa 200 miliardi di euro da spendere entro il 2026) ho dedicato ormai più di un anno e mezzo fa un paio di articoli. Dove dicevo, in sostanza, tre cose:

– da un punto di vista ambientale il piano era molto incentrato sulla logistica e sulle infrastrutture: come migliorare la movimentazione di merci, servizi e persone, affidandosi a grandi imprese per la loro realizzazione (Trenitalia, Enel, etc). Poco o niente per fronteggiare dissesto idro-geologico, il problema acqua (inteso anche come cambiamento climatico, ma non solo) e la gestione sostenibile di agricoltura e boschi;
– inoltre si basava su soluzioni relativamente poco innovative e in buona parte ambiziose: risparmio energetico degli edifici, diffusione rinnovabili (soprattutto solare in campagna, su grandi superfici totali);
– non dedicava sufficienti risorse all’ingresso di personale qualificato e all’aggiornamento professionale di quello già inserito nella pubblica amministrazione, che avrebbe dovuto gestire un ammontare di nuovi progetti pari al valore di una finanziaria aggiuntiva /anno.

La settimana che si chiude sembra aver confermato gran parte delle mie perplessità originali, anche se le riflessioni/conclusioni che sento in giro non mi appaiono del tutto convincenti. Anche qui provo a sintetizzare come la vedo:

– il PNRR ha sempre sofferto, in ogni sua fase (progettazione, implementazione, monitoraggio) di un grave deficit di trasparenza: cittadini, associazioni, amministratori locali, media, nessuno ha mai avuto accesso a un quadro chiaro di cosa stesse succedendo. Questo non ne facilita certo la realizzazione e i potenziali impatti positivi;
– allo stato attuale il timore di non riuscire a spendere tutta la cifra a disposizione è serio: personalmente ritengo che rinunciare almeno a un 20% del suo valore totale sia segno di saggezza (anche se spiegarlo alla UE sarà di sicuro imbarazzante);
– i due rischi maggiori che vedo (o se volete le due occasioni mancate) sono da un lato che si perda l’opportunità di rinnovare e di migliorare il funzionamento della pubblica amministrazione: è stato folle non aver proceduto a inserire subito alcune migliaia di giovani funzionari, è folle ora continuare ad avere procedure per la loro assunzione che richiedono troppo tempo e modalità discutibili (si guarda più al fatto che sappiano consultare delle leggi che alla loro capacità di applicarle rispetto ai problemi concreti). Inoltre, in questa fase caotica, sento già qualche politico (per esempio il governatore della Sicilia) che vuole frenare sull’investimento nelle rinnovabili: se non si mettono dei pannelli solari in Sicilia mi sembra francamente il colmo…

Ultima, ma non secondaria nota: il PNRR non è fatto solo di investimenti fisici ma anche di una serie di riforme che dovrebbero facilitare lo sviluppo complessivo dell’Italia. Tra cui quella della concorrenza. Qualcuno ha visto il servizio apparso poche sere fa su LA7 in cui si evidenziava che in media il concessionario di uno stabilimento balneare paga un canone di affitto pari a 1/50 del suo fatturato totale annuo? No comment.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana.
Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È appena uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori. Vedhttps://www.amazon.it/dp/883221184X?ref_=pe_3052080_397514860