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Prato, troppe le emergenze ambientali secondo il dossier dell’Osservatorio

Comitati e cittadini di Prato fanno un bilancio ambientale attraverso un dossier
Immagine da pagina Facebook di Atto Primo

A due anni dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica varata dal Comune comitati e cittadini fanno un nuovo bilancio (ancora molto critico).

 

Dossier-ambiente-prato-osservatorio-Toscana-ambientePRATO – Interventi poco incisivi e mancanza di coraggio nelle scelte. A oltre due anni dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale varata dal Consiglio comunale di Prato è ancora questo a grandi linee il bilancio dell’operato dell’amministrazione secondo il dossier “Prato nell’emergenza climatica”, alla seconda edizione. Il lavoro, curato dall’osservatorio Ambientale di Prato, fa una panoramica delle attività messe in campo dal Comune e ne analizza criticità e partecipazione della cittadinanza. Si avvale di contributi esterni di movimenti e comitati come: Fridays For Future di Prato, Extinction Rebellion, Forum Toscano per l’Acqua Pubblica, Atto Primo, Comitato InMezzoAllAutostrada, Comitato In Difesa della Salute/Prato sud, Comitato ambientale di Casale Gruppo Pro-Bisenzio. Il documento contiene anche una serie di proposte concrete. Di seguito il comunicato dei promotori.

Il dossier

Il dossier che presentiamo vuol fare un bilancio dell’operato dell’amministrazione del Comune di Prato a oltre due anni dalla Dichiarazione di Emergenza Climatica ed Ambientale varata dal Consiglio Comunale di Prato (il 26 settembre 2019). Il lavoro è composto da undici contributi analitici che spaziano dall’elettrosmog all’impatto delle grandi opere autostradali e di incenerimento dei rifiuti, passando per il verde pubblico e l’area fluviale, fino alla mobilità sostenibile, grazie al contributo straordinario di Fiab Prato e all’inserto speciale del gruppo Genuino Clandestino con la presentazione della rete di agricoltura contadina e biologica in un’ottica di rapporto eco-compatibile delle produzioni alimentari.

I problemi irrisolti

Appaiono evidenti le contraddizioni dell’amministrazione comunale, fra campagne comunicative e la dura realtà di un territorio sempre più cementificato dal consumo di suolo, dove prosegue la privatizzazione anti democratica dei beni comuni con l’operazione multiutility Toscana,  fino alla riproposizione nell’avveneristico programma Next Generation Prato di opere obsolete, orientate all’ulteriore sviluppo del traffico su gomma.

Anche a Prato il 2021 si è concluso con lo sforamento delle emissioni inquinanti, con livelli di polveri sottili sopra i limiti di legge, a evidente riprova dell’insufficienza dei provvedimenti amministrativi adottati. Particolarmente penalizzata è di nuovo la zona sud di Prato, dove in aggiunta al carico di fonti inquinanti attuali si prospettano nuovi impianti di trattamento rifiuti, con annessa movimentazione mezzi. Il tentativo di fare greenwashing, con opere di compensazione a verde pubblico di facciata, pare insufficiente anche solo a mitigare l’impatto dovuto all’incremento di volumi edificati e relative attività.

La preferenza degli interessi particolari più influenti al bene comune è comprovata anche dalla progressiva chiusura alla partecipazione civica, all’occorrenza confusa attraverso la concertazione con enti e corpi intermedi. Si aggiungono la privatizzazione di risorse pubbliche per fare profitto, la pubblicizzazione dei debiti in forma di costi tariffari e le ricadute sull’ambiente e sulla salute.

Esempi di politiche non rispettose dell’ambiente sono:

– L’inceneritore e il biodigestore che produrrà gas naturale, a 60 m da una scuola elementare e vicino ad aree residenziali, presso Baciacavallo;
-il taglio indiscriminato e capitozzatura degli alberi;
-l’incremento dato alla rete 5G, con i connessi possibili danni alla salute, agli insetti impollinatori e aumento del dispendio energetico;
-il consumo di suolo con ampliamento del numero dei capannoni;
-l’ampliamento dell’autostrada, che significa anche favorire il traffico privato su gomma, a carburante fossile, con le ripercussioni inquinanti connesse;
-i seri problemi relativi alla depurazione delle acque, sia a Baciacavallo che al Calice. Gida, per molti anni, è stata la società che è stata trovata maggiormente inadempiente in tutta la Toscana da Arpat;
-il problema dei rifiuti tessili altamente inquinanti per promuovere invece un’economia circolare virtuosa del tessile;
-l’ecosistema del fiume Bisenzio e l’emergenza ambientale che si è creata a seguito del depauperamento della biodiversità delle specie arboree e faunistiche a causa dei tagli indiscriminati perpetrati;
-la costituzione di una Newco dove poi dovrebbero confluire le partecipazioni possedute in tutte le altre società di servizio, il servizio idrico integrato e il servizio di raccolta e trattamento integrale dei rifiuti solidi urbani, che sono a tutti gli effetti monopoli naturali. Da questa società holding dovrebbe perciò nascere una società multiutility;
-si evidenziano poi problemi allo sviluppo di una ciclabilità urbana senza tener conto delle reali necessità territoriali e di quelle dei pedoni.

I suggerimenti

Ci immaginiamo un’altra Prato, che traduca modelli di convivenza eco-compatibili in pratiche condivise anche dal basso, valorizzando le assemblee cittadine nella co-decisione dei provvedimenti ambientali. Auspichiamo provvedimenti che armonizzino esigenze economiche ed ecologiche, ad esempio con incentivi alla mobilità ciclabile e una moratoria sul consumo di suolo e lo sviluppo sul territorio delle comunità energetiche. Queste ultime rappresentano gruppi di cittadini che decidono di installare capacità produttiva da fonti rinnovabili, con benefici diffusi derivanti dalla riduzione dei costi delle bollette, anche fino al 30%, premi per l’autoconsumo e condivisione in rete del surplus energetico. L’impegno è quello di avviare una campagna di sensibilizzazione per estendere la partecipazione, per organizzare in modo coeso le rivendicazioni più dirimenti, come il consumo di suolo, la privatizzazione dei servizi essenziali e la partecipazione civica mediante le assemblee cittadine.

Dossier Prato nell’emergenza climatica, II edizione

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