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Sequestrata lenza di 9 Km nel mare protetto di Gorgona

Una parte del pesce sequestrato (foto Capitaneria di porto di Livorno)
Una parte del pesce sequestrato (foto Capitaneria di porto di Livorno)

Legambiente si congratula con la Guardia Costiera di Livorno. «Poteva essere una strage di pesci. Adesso fare piena luce su questo preoccupante e oscuro episodio».

GABRIELLA CONGEDO

L'attrezzatura
L’attrezzatura

LIVORNO – Poteva essere una strage di pesci nel Parco dell’Arcipelago toscano.
Un “palangaro ad ami” lungo la bellezza di 9 km è stato scoperto e fatto rimuovere nelle acque protette di Gorgona dalla Guardia Costiera di Livorno, intervenuta su segnalazione della Polizia penitenziaria. L’isola era completamente circondata dalla lunghissima lenza armata con migliaia di ami. Il micidiale attrezzo è risultato essere stato “perso” da un peschereccio catanese di stanza a Viareggio per la campagna di pesca del pesce spada. L’imbarcazione da parte sua, ancor prima di essere rintracciata, aveva lanciato una chiamata via radio per denunciare la perdita dell’attrezzatura.

La Capitaneria di porto ha ordinato a comandante ed equipaggio di recarsi sul posto e recuperare il palangaro sotto stretta sorveglianza. Ci sono volute tre ore.
Oltre 100 kg il pesce catturato, un bottino fortunatamente limitato se si considerano le potenzialità di un’attrezzatura di quel genere che, se fosse rimasta in mare, avrebbe compromesso seriamente l’ecosistema marino in una zona altamente protetta.

Ora la Guardia costiera ha avviato le indagini. Si tratta soprattutto di verificare se le dichiarazioni del comandante del peschereccio, un messinese di 53 anni residente a Lido di Camaiore, sulla perdita dell’attrezzatura corrispondano a verità o siano solo un tentativo per tirarsi fuori da una situazione che potrà sconfinare nel penale.

Legambiente Arcipelago non ha mancato di congratularsi con la Guardia Costiera. “Dopo la brillante operazione – dichiara l’associazione – confidiamo che le indagini facciano piena luce su questo preoccupante e oscuro episodio e invitiamo il Parco Nazionale a costituirsi parte civile in un eventuale procedimento giudiziario”.

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