Inquinamento

SIN della Toscana, le Magliette bianche sfidano l’inerzia delle istituzioni

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In Toscana quattro Siti di Interesse Nazionale sono altamente contaminati da decenni. Nei giorni scorsi gli attivisti hanno manifestato per la loro bonifica.

 

Redazione
14 dicembre 2022

Massa Carrara, Livorno, Orbetello e Piombino sono i quattro i SIN (Siti di Interesse Nazionale) della Toscana, aree contaminate di 1147 ettari classificate dal 1997 come pericolose dallo Stato italiano e che hanno bisogno di essere bonificate. Alcuni degli impianti responsabili dell’inquinamento (stabilimenti chimici, siderurgici, farmaceutici, discariche e inceneritori) sono stati dismessi ma i loro veleni restano: nel terreno, nella falda, nei corsi d’acqua.

Solamente Piombino risulta avere un procedimento di bonifica concluso al 45% (ma con un misero 4% per la falda). Per gli altri tre, Massa Carrara, Livorno e Orbetello, percentuali bonificate imbarazzanti sia per i suoli che per le falde, senza considerare i soldi e il tempo spesi negli ultimi 20 anni. Massa Carrara vede solo l’8% delle aree a terra e il 3% delle acque di falda con procedimento di bonifica concluso; Livorno e Orbetello sono ferme da sempre per entrambe le matrici (0% di procedimenti conclusi per terreni e falde per i due siti).

Sul fronte sanitario, come si evince dal quinto Rapporto Sentieri del 2019 (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), i dati per almeno tre dei siti toscani sono preoccupanti: eccessi di mortalità per alcuni tumori e un’incidenza oltre la media per malattie delle vie respiratorie e malformazioni congenite.

La delibera della Giunta della Regione Toscana n. 1520 del 9 dicembre 2019 indicherebbe gli interventi per tutelare la popolazione residente nei SIN, potenziando le attività sanitarie nel territorio, migliorando le liste di attesa, garantendo visite specialistiche per la prevenzione, diagnosi e cura degli abitanti, migliorando i servizi su diagnosi prenatale e malformazioni congenite e prevenendo con screening oncologici.

Tra i gruppi di attivisti più impegnati nella lotta per la bonifica dei SIN ci sono le Magliette bianche italiane, che proprio nei giorni scorsi si sono rese protagoniste di varie manifestazioni: sabato 10 dicembre a Livorno, domenica 11 dicembre per la bonifica dei SIN di Massa Carrara e Piombino.

“Dopo circa 35 anni dalla chiusura della ex Farmoplant le istituzioni competenti sono addirittura arrivate a perdere quasi 20 milioni di euro stanziati nel 2018 dal ministero dell’Economia accusano i protagonisti del flash mob apuano – La Regione ha annunciato di destinare all’intervento di risanamento ambientale della falda apuana 12 nuovi milioni ma solo per dare avvio a una semplice messa in sicurezza dell’acquifero”.

A Piombino gli attivisti hanno sottolineato che ci sono aree come Città futura, già acquisite dal Comune di Piombino da quasi vent’anni, che attendono l’avvio delle bonifiche promesse e vorremmo comprendere meglio a che punto sono i lavori delle due importanti commissioni consiliari di studio in materia di dati sulla salute, e quella d’inchiesta, di controllo e garanzia su Asiu-Tap-RiMateria a distanza di ormai più di due anni dalla loro costituzione”.

In sostanza le Magliette bianche chiedono procedimenti amministrativi e penali rapidi ed efficaci affinché il principio “chi inquina paga” sia realmente rispettato: “Vogliamo che anche le aziende colpevoli finanzino le bonifiche, oggi ottenibili con le nuove tecnologie maturate dal progresso scientifico, con ristoro dei danni subiti dalla collettività”. 

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