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Spazzatura nell’Arcipelago Toscano, i primi dati dei Plastic Busters

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Grazie al progetto europeo Plastic Busters Marine Protected Areas si monitora l’impatto dei rifiuti marini sulla biodiversità del Santuario Pelagos e delle isole.

 

PORTOFERRAIO (Li) – Continua nelle acque dell’Arcipelago Toscano la campagna di campionamento del “marine litter – ML“,  letteralmente “spazzatura marina”,  ovvero di qualunque materiale o manufatto solido persistente di origine antropica, scaricato deliberatamente o introdotto accidentalmente in mare o lungo le coste. Una rete di punti di monitoraggio è stata messa a punto da un paio di anni e alcuni dati sono già disponibili grazie al lavoro  svolto nell’ambito del progetto europeo Plastic Busters Marine Protected Areas.

Il partenariato è molto ampio e oltre al Parco Nazionale coinvolge altri 14 partner e 17 partner associati di 6 paesi del Mar Mediterraneo. Lo scopo è quello di monitorare, mitigare e governare l’impatto delle plastiche e di altri tipi di rifiuti sugli ecosistemi marini di 4 diverse Aree Marine Protette del Mediterraneo, tra le quali il Santuario Pelagos e l’Arcipelago Toscano.

Già dalla primavera-estate 2019 otto istituzioni europee hanno realizzato la più ampia attività di monitoraggio mai fatta in questa area. Sul campo 34 ricercatori che, in 35 giorni, hanno percorso più 2.226 miglia marine raccogliendo più di 140 campioni di microplastiche superficiali, effettuando  280 monitoraggi di “macro litter (rifiuti di dimensioni consistenti)” superficiale in parallelo a 300 transetti di osservazione del biota.

Durante questa enorme campagna sono state raccolte 47 biopsie di cetacei, più di 150 campioni  di invertebrati, 40 campioni di pesci lanterna, 120 di mitili e 750 esemplari di specie commestibili di pesci. Vengono poi regolarmente effettuate sulle spiagge delle isole e delle coste del Santuario Pelagos monitoraggi stagionali della ML  per individuare quali siano i rifiuti più abbondanti e le relative sorgenti, informazioni indispensabili per attivare appropriate misure di mitigazione.

Ad oggi sono già disponibili i primi dati che sono in linea con le concentrazioni a livello mediterraneo. Nel prossimo autunno le analisi delle informazioni raccolte proseguiranno, con l’obiettivo di  validare i modelli previsionali di accumulo e soprattutto rispondere al quesito più importante: qual’è l’impatto della marine litter sulla biodiversità che caratterizza le acque dell’Arcipelago Toscano? Un lavoro costante  e preciso che impegnerà i tecnici fino alla conclusione del progetto, prevista nel 2022.

Fonte: Parco Nazionale Arcipelago Toscano

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