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Tubi dell’acqua potabile di amianto, parte la campagna per rimuoverli

Tubi cemento amianto
Promotori i gruppi consiliari Firenze Toscana a Sinistra e Sì Toscana: “In 33 Comuni toscani registrata la presenza di fibre di amianto disciolte nell’acqua”.

 

È passato più di un quarto di secolo dalla sua messa al bando (era il 1992) ma l’amianto è ancora ovunque, anche dove non si vede. La stragrande maggioranza degli acquedotti italiani che portano l’acqua potabile nelle nostre case, oltre a essere com’è noto in pessime condizioni, hanno le condotte di cemento amianto. Nella sola Toscana ce ne sono quasi 2.000 km.
Per accendere i riflettori sul problema i gruppi consiliari Firenze Riparte a Sinistra e Sì Toscana a Sinistra hanno lanciato la campagna “Via l’amianto dalla nostra acqua” che si propone di coinvolgere i Comuni, la Regione e la cittadinanza.

Il punto di partenza è il monitoraggio condotto dall’Autorità Idrica toscana per verificare se queste condutture liberano fibre di amianto. Nel report finale, pubblicato nel febbraio di quest’anno, è emerso che ben 59 prelievi, in 33 diversi Comuni, hanno registrato la presenza di fibre di amianto disciolte nell’acqua. Le quantità maggiori a Pisa, Agliana, Forte dei Marmi e Santa Croce sull’Arno.

Mentre sono ormai dimostrati gli effetti sulla salute dovuti all’inalazione, la comunità scientifica non è ancora riuscita a fissare la soglia di rischio relativa all’ingestione di fibre di amianto disciolte in acqua. Ma bisogna proprio aspettare di saperlo per sostituire le tubature? O non sarebbe meglio provvedere subito?

“Chiediamo che venga applicato il principio precauzionale – affermano i consiglieri Trombi, Grassi e Verdi (Firenze Riparte a Sinistra – Comune di Firenze), Fattori e Sarti (Sì Toscana a Sinistra – Regione Toscana) – e si fissi a zero la soglia massima accettabile di fibre di amianto nell’acqua potabile, si sostituiscano con urgenza tutte le tubature a monte dei prelievi che hanno registrato presenza di fibre di amianto disciolte in acqua e si programmi la sostituzione, nel breve periodo, di tutte le tubature contenenti amianto anche se integre”.

I fondi necessari, spiegano i consiglieri, si troveranno attingendo ai profitti accumulati dalle società partecipate che gestiscono la risorsa idrica. Vogliamo una vera e completa ripubblicizzazione dell’acqua in Toscana attraverso enti di diritto pubblico, svincolandola dalla logica di mercato e del profitto, e chiediamo che non vengano rinnovate né prorogate le concessioni in essere”.

Infine, si chiede di avviare uno studio regionale sugli effetti dell’amianto disciolto in acqua sulla salute della popolazione.
Sulla base di queste richieste i consiglieri Grassi, Trombi e Verdi (Firenze riparte a Sinistra) hanno appena depositato una mozione al Comune di Firenze. Mozioni analoghe verranno presentate in altri Comuni della Toscana.

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