Ecosistema

Wwf Toscana: un’altra stagione della caccia ai limiti della legalità

Stagione venatoria della caccia in Toscana, Wwf ambiente.

Il delegato regionale Roberto Marini punta il dito sulla Regione: “Autorizzata la caccia per molte specie in via di estinzione e ancora troppe persone ferite”.

 

La stagione ufficiale della caccia, aperta il 15 settembre 2020, si è appena conclusa. Alla Regione Toscana sono arrivate nei mesi scorsi richieste di maggiore tutela della fauna da parte sia del mondo scientifico (ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) sia della Comunità Europea ma alcune specie come Moretta e Combattente hanno continuato a essere cacciabili, così come Moriglione e Pavoncella. Alla Beccaccia si è potuto sparare ben oltre il termine indicato dall’ISPRA , cioè fino al 31 gennaio invece che fino al 31 dicembre. E così via. La fauna selvatica continua insomma a essere martoriata da riduzione degli habitat, cambiamenti climatici, inquinamento, problemi ai quali si somma un sostenuto prelievo venatorio.

Secondo Roberto Marini, delegato regionale del Wwf per la Toscana il bilancio di quest’anno non può che definirsi negativo : “L’unica novità realmente positiva del 2020 è la decisione dell’Unione europea che obbligherà tutti gli Stati membri a non far utilizzare il piombo nelle cartucce durante la caccia nelle zone umide, pericolosissimo per l’ambiente, la fauna e la salute umana. Una riforma importante e attesa da anni”.

Il via libera alle doppiette è stato preceduto da numerosi provvedimenti regionali, sospesi o dichiarati illegittimi dai Tar – continua Marini –  tutti tendenti a ridurre le garanzie che la legge pone a tutela della fauna selvatica. Su 10 ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali, avviati dal Wwf insieme ad altre associazioni ambientaliste e animaliste, sono ben 8 gli esiti positivi o parzialmente positivi: Calabria, Campania, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e Lazio. Questi numeri confermano la tendenza delle Regioni a fare concessioni alla lobby venatoria e a perseguire scopi che certamente non sono tesi a soddisfare interessi pubblici”.

Un’altra prova della sudditanza della politica al mondo venatorio è, secondo Marini, l’autorizzazione agli spostamenti dei cacciatori oltre i confini comunali anche in zona arancione concessa dalla Toscana e da altre regioni con pretesti discutibili. E per di più “si è autorizzato l’esercizio della caccia anche agli uccelli migratori o agli uccelli acquatici che di certo non determinano danni o pericoli per l’incolumità pubblica, così come la caccia ai cinghiali in braccata. Le guardie volontarie hanno registrato un elevatissimo utilizzo di richiami e sistemi di cattura vietati nonché casi di abbattimento o detenzione di specie particolarmente protette. Da ultimo non va dimenticato il pesante costo in vite umane che si registra anche quest’anno, che ha coinvolto non solo i cacciatori ma ha causato la morte o il ferimento anche di persone estranee, a conferma della pericolosità sociale di questa pratica”.

Fonte: Wwf Toscana

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