Urbanistica

Ateneo di Firenze: “Riforestare le aree periurbane delle città può salvarci”

Immagine da Freepik.
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Secondo uno studio capitanato da Stefano Mancuso le vaste aree periferiche spesso degradate o inutilizzate potrebbero ospitare miliardi di alberi.

 

Redazione
29 marzo 2024

FIRENZE – Gli alberi assorbono carbonio e donano ossigeno, contribuendo a ridurre l’effetto serra, in più riducono l’inquinamento facendo da filtro per le polveri sottili derivate dai motori a scoppio, dal riscaldamento domestico e dagli scarichi industriali. Grazie alla loro capacità di rinfrescare l’aria, soprattutto se posizionati in prossimità di edifici, consentono di ridurre il consumo di aria condizionata anche del 30%, con conseguente risparmio energetico ed economico. Tra le virtù degli alberi vi è poi la capacità di purificare le acque piovane trattenendo idrocarburi, metalli pesanti e molti composti organici nocivi. La loro presenza assicura quindi una migliore qualità dei terreni e delle falde acquifere.

Il reticolato formato dalle loro radici è prezioso per rendere più stabili i terreni, limitando il rischio di frane e mitigando gli effetti di alluvioni e allagamenti. Gli alberi costituiscono poi l’habitat ideale per numerosi animali, valorizzano i palazzi vicino ai quali crescono e aiutano la nostra psiche a rilassarsi. Con le loro fronde riescono ad attutire una buona parte dei caotici rumori di città e al di là dei benefici biologici sono da sempre anche una preziosa “memoria storica”. Secondo gli psicologi contribuiscono ad aumentare la creatività nei bambini e possono divenire all’occorrenza luogo di giochi.

Le vaste aree periurbane del pianeta, transizione tra le periferie e la campagna, spesso degradate o inutilizzate, potrebbero ospitare tra 106 e 241 miliardi di alberi. Escludendo le aree attualmente coltivate potrebbero trovare spazio foreste periurbane con una quantità stimata tra 34 e 101 miliardi di alberi. Lo rivela uno studio condotto da un team interdisciplinare di studiosi delle Università di Firenze e Ca’ Foscari di Venezia.

Utilizzando dati satellitari il gruppo di ricerca formato da Saverio Francini, Gherardo Chirici, Leonardo Chiesi, Paolo Costa, Guido Caldarelli e Stefano Mancuso è riuscito a identificare con una risoluzione di 500 metri e a livello globale le aree disponibili in una fascia di 10 chilometri dalle città. Emerge come in soli 20 Paesi potrebbe crescere il 78% delle foreste periurbane. Per Mancuso, comunque, “ridurre le emissioni ha profondi impatti economici, richiede tempo e un impegno globale che al momento è difficile da garantire anche se la riforestazione non presenta ostacoli tecnici significativi e può offrire benefici ambientali e occupazionali”.

Lo studio dimostra inoltre che nelle aree periurbane (entro 10 chilometri dai centri abitati e più grandi di cinque chilometri quadrati) le operazioni di riforestazione avrebbero costi più bassi rispetto a zone remote del pianeta e gli effetti benefici delle nuove foreste avrebbero un impatto più rilevante sui cittadini.

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