Ricerca

Sant’Anna di Pisa: “I funghi un valido sostegno all’agricoltura sostenibile”

In primo piano Elisa Pellegrino.
In primo piano Elisa Pellegrino.

Da un team di ricercatrici una ricerca per migliorare la produttività e risparmiare acqua senza fertilizzanti chimici ma utilizzando alcune varietà di funghi.

 

Redazione
1 dicembre 2023

PISA – Un team del gruppo del Centro di Ricerca in Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna composto da Laura Ercoli, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee, Elisa Pellegrino, ricercatrice e Valentina Marrassini, dottoranda in Agrobioscienze, ha appena presentato una ricerca che dimostra come l’applicazione in campo di funghi micorrizici arbuscolari locali produca effetti positivi sulla produttività del frumento e sulla qualità dei prodotti trasformati.
La ricerca è stata presentata al Biostimulant World Congress di Milano, l’evento più rilevante sul tema dei biostimolanti vegetali che attira istituti di ricerca, produttori, fabbricanti, distributori e Ong da tutto il mondo.

“La reintroduzione di queste specie nei suoli agricoli rappresenta un valido strumento per aumentare l’efficienza delle piante coltivate in termini di produzione e qualità del cibo – spiega Valentina Marrassini, portavoce del progetto – e rende possibile la riduzione dell’uso di  fertilizzanti di sintesi che impattano negativamente sull’ambiente e sulla salute umana”.

I funghi micorrizici arbuscolari instaurano una particolare convivenza, un’interazione simbiotica, con la pianta superiore, estendendosi nel suolo e nell’apparato radicale per mezzo delle ife, filamenti che formano un micelio, ovvero il corpo vegetativo dei funghi, migliorando l’assorbimento degli elementi nutritivi della pianta e aumentando nel contempo la sua tolleranza agli stress abiotici e biotici. I funghi mediante i filamenti riescono infatti a estendere la superficie assorbente della pianta aumentando il volume di suolo esplorabile dalle radici.

In agricoltura risparmiare acqua e mantenere inalterata la qualità dei prodotti è poi un obiettivo primario e i ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna assicurano che grazie a un fungo microscopico è possibile migliorare anche la resistenza del pomodoro e di altre colture agli stress idrici. Con il progetto Microbios, coordinato sempre da Elisa Pellegrino, è stato individuato un fungo endofitico benefico, la Serendipita indica, e messo a punto poi il protocollo di coltivazione e di inoculazione del fungo e dei batteri ad esso associati su piante di pomodoro in condizioni idriche critiche.

Gli studi hanno messo in luce come l’inoculazione di questo microscopico fungo sulla pianta di pomodoro, in condizioni di dimezzamento di volumi d’acqua e di privazione totale, abbia potenziato la crescita delle piante fornendo un’elevata protezione sia contro gli stress biotici causati da altri esseri viventi (batteri, virus, insetti), sia abiotici, provocati cioè da un fattore ambientale avverso come appunto la siccità, anche durante le fasi di recupero della pianta.

I consorzi microbici come la Serendipita indica e i batteri associati vengono usati sempre più spesso come biostimolanti in seguito alla riduzione naturale dei microorganismi benefici del terreno, sia in quantità che in qualità, dovuta alla diffusione di pratiche agronomiche intensive. 

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