Ecosistema

Biodiversità, nuovi progetti per il Parco dell’Arcipelago Toscano

Falco pescatore. (Foto da www.oasisantaluce.it)
Falco pescatore. (Foto da www.oasisantaluce.it)

Confermato l’impegno della Giunta regionale e del Parco nazionale dell’Arcipelago a sostegno di alcune iniziative specifiche. Progetto Falco pescatore e sostegno alla biodiversità marina.

Confermato e rafforzato l’impegno della Giunta regionale e del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano a sostenere le iniziative e le attività specifiche per la tutela della biodiversità, in particolare delle tartarughe Caretta Caretta per le quali si apre una nuova stagione di nidificazione, e per il falco pescatore, tesori del patrimonio naturalistico della Toscana.

E’ quanto emerso, nei giorni scorsi, durante la giornata organizzata presso la sede del Parco all’Enfola, all’Isola d’Elba, dalla Regione Toscana e dal Parco dell’Arcipelago Toscano alla quale hanno partecipato l’assessore regionale Federica Fratoni e il presidente del Parco Giampiero Sammuri, per fare il punto sulle attività dell’Osservatorio regionale della Biodiversità, grazie anche all’impegno di tutta la Rete di coordinamento che raduna oltre 40 soggetti tra istituti di ricerca, università, associazioni e istituzioni.

Progetto Falco pescatore
Inserito nel Documento operativo per la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico toscano 2018, il progetto Falco pescatore ha lo scopo di tutelare una specie di particolare interesse, in continuità con azioni già intraprese in passato che hanno interessato il parco regionale della Maremma, la riserva naturale regionale della Diaccia Botrona e il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, ai quali da quest’anno si aggiunge la riserva laguna di Orbetello gestita dal WWF. Parco dell’Arcipelago, Regione Toscana con il Parco Regionale della Maremma (capofila) e WWF svilupperanno il progetto, in particolare il WWF contribuirà con il personale e la mano d’opera.

Tra le azioni proposte: nuovi nidi artificiali in aree ritenute di grande rilevanza per la connettività interna della popolazione; monitoraggio dei nidi mediante telecamere e osservazioni comportamentali; inanellamento e relative riletture; analisi ecologiche ed ecotossicologiche; analisi genetiche; analisi e monitoraggio della popolazione ittica nell’area di presenza del falco; promozione e divulgazione dei risultati.
Gli unici quattro nidi in Italia sono tutti in aree protette della Maremma, ovvero nel Parco regionale Maremma, nella riserva naturale regionale della Diaccia botrona e nella riserva di Orbetello. Sono vivi otto dei nove pulli nati.

Cosa è stato fatto fino a oggi per la biodiversità marina
L’Osservatorio Toscano per la Biodiversità, realtà importante di supporto al più vasto Santuario Pelagos, ha implementato la rete toscana degli spiaggiamenti e recuperi di cetacei, tartarughe e squali, sostenendo anche i Comuni costieri nei casi di esemplari spiaggiati e nelle attività didattiche e scolastiche sulla biodiversità. Una campagna di comunicazione a tutela delle tartarughe marine e dei loro cuccioli, amici ormai della Toscana, ha visto la distribuzione di oltre 17.000 brochure, per informare e sensibilizzare tutti gli utenti della costa per renderli partecipi della salvaguardia di queste specie marine che sempre più scelgono le spiagge toscane per la loro riproduzione.

Fonte: Regione Toscana

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