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Cambiamenti climatici e inquinamento, l’emergenza acqua non finisce mai

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Gli scienziati lanciano l’allarme: “Senza un cambio di rotta l’acqua sta per diventare la risorsa scarsa più importante del pianeta”.

 

Redazione
24 marzo 2023

L’acqua è fondamentale per la vita, in tutte le sue forme, ma la Giornata mondiale dell’Acqua del 22 marzo non ha portato buone notizie, anzi. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato nei giorni scorsi, un quarto della popolazione mondiale non ha accesso ad acqua potabile con gravi conseguenze per la salute e per i rapporti sociali ed economici di miliardi di persone. Molti studiosi hanno lanciato l’allarme: l’acqua sta per diventare la più importante risorsa scarsa del pianeta.

In tutto il mondo circa il 70% dell’acqua dolce proveniente da laghi, fiume e falde sotterranee viene consumata dal settore agricolo. Ma l’agricoltura tradizionale produce inquinamento. Il Report nazionale Pesticidi nelle acque dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – edizione 2020, relativamente al nostro Paese mostra un’ampia diffusione di pesticidi, almeno 299 sostanze diverse che contaminano le acque.
Secondo molti studi i pesticidi hanno azione tossica, cancerogena e alterano importanti funzioni ormonali, soprattutto l’omeostasi degli steroidi sessuali e della tiroide. Gran parte della documentazione scientifica internazionale mostra il nesso tra l’esposizione a queste sostanze durante l’infanzia e nella fase di sviluppo fetale e gravi patologie come i tumori ematologici e i disturbi di tipo neurocomportamentale.

Nel sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC- Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC),  pubblicato a febbraio 2022, i cambiamenti climatici ridurranno la disponibilità, la qualità e la quantità di acqua. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) entro il 2050 si raggiungeranno tra i 200 e i 250 milioni di profughi per cause ambientali.

Nel report L’ambiente in Europa – Stato e prospettive nel 2015 si legge che oltre il 40% dei fiumi e delle acque costiere sono interessati da un inquinamento diffuso causato dall’agricoltura, mentre tra il 20% e il 25% sono soggette a inquinamento da fonti puntuali, per esempio strutture industriali, sistemi fognari e impianti per il trattamento delle acque reflue”.
Per quanto riguarda l’Italia sappiamo da fonte SNPA – Sistema Nazionale Protezione Ambiente – che in Italia solo il 43% dei fiumi e il 20% dei laghi raggiungono l’obiettivo di qualità “buono” previsto per lo stato ecologico mentre per quello chimico questa condizione è raggiunta per il  75% dei fiumi e il 48% dei laghi.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente nel suo rapporto Chemicals in European waters evidenzia come le acque risultino inquinate perlopiù da molecole e composti chimici che vanno dai pesticidi, ai farmaci a uso umano e veterinario, dagli additivi plastici industriali ai prodotti per la cura personale, dai nuovi ritardanti di fiamma- sostanze perfluoroalchiliche (PFas) fino alle microplastiche e nanoplastiche. A questo proposito il report del WWF Allarme Plastica presentato nel febbraio 2022 e realizzato in collaborazione con l’Istituto Alfred Wegener per le ricerche polari e marine ci informa che nel Mediterraneo si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino, ovvero 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato.

Diversi studi internazionali dimostrano che la plastica altera il metabolismo dei lipidi ed è probabile che in presenza di frammenti di microplastiche si abbiano anche alterazioni nella risposta del sistema immunitario, conseguenze sugli esiti delle gravidanze ed effetti transgenerazionali che potrebbero coinvolgere il feto. Come si vede le notizie non sono buone, speriamo di fare ancora in tempo a cambiare rotta.

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