Agricoltura

Carmignano su Rai3 per la lotta (biologica) al punteruolo nero che uccide gli alberi di fico

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Il sindaco Edoardo Prestanti intervistato da Rai3

Una troupe ha documentato il lavoro portato avanti con l’Università per distruggere il coleottero killer senza usare prodotti chimici. 

 

di Iacopo Ricci
5 aprile 2024

fichi CarmignanoCARMIGNANO (Po) – La lotta contro il punteruolo nero che sta decimando i fichi di Carmignano è arrivata alla ribalta di Rai3. Questa mattina una troupe era sul posto per documentare il lavoro portato avanti dal Comune con l’Associazione Produttori Fichi Secchi di Carmignano e le Università di Firenze e Pisa per combattere il micidiale insetto che da anni attacca gli alberi uccidendoli.

Il problema è serio: bisogna trovare con urgenza una soluzione a questa piaga che sta mettendo in ginocchio una delle produzioni tipiche della tradizione carmignanese, il fico secco, presidio Slow Food e orgoglio della cittadina. La cui produzione si è più che dimezzata. Ma per uno studio approfondito servono fondi e strumentazioni.

Il Comune ha messo sul piatto 28.000 euro per due anni affinché l’associazione produttori potesse partecipare a un bando della Regione insieme alle università di Pisa e di Firenze. Il bando è stato vinto e adesso finalmente c’è un ricercatore a tempo pieno che studierà in laboratorio le caratteristiche dell’insetto e in campo gli effetti direttamente sulle piante.

Finora, infatti, poco o niente si sa di questo insetto nero di origine orientale della grandezza di uno scarafaggio, con lunghe ali affusolate e un punteruolo duro e aguzzo, se non che è la condanna di tutti i ficheti carmignanesi. E soltanto studiandolo si potrà arrivare a distruggerlo senza usare prodotti chimici e comprometterne i frutti.

Nel frattempo gli alberi vengono trattati con Micorrize, funghi che fortificano la pianta, e 5 batteri entomopatogeni del punteruolo nero, una soluzione biologica per combattere il punteruolo – racconta il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti – Comune e associazione stanno mettendo il massimo impegno a tutelare una produzione agricola locale che rappresenta economia, ma anche storia e tradizione. Siamo in un Distretto biologico riconosciuto il che significa avversione ai veleni, ricerca e soluzioni innovative e in sinergia con tutti i soggetti”.

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