Impatto (quasi) zero - di Laura Lop

Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo

Bandiere

Fin da quando acquisiamo la facoltà di esprimerci la domanda “sei felice?” dovrebbe essere fondamentale per la nostra crescita.

 

di Laura Lop

Ciao Laura, come stai, sei felice?
Due parole come frecce mentre incrocio lo sguardo avvolgente di una mia vecchia insegnante di yoga, Mariella. Era un pomeriggio afoso di due estati fa, tra le bancarelle di un mercatino tibetano.
Sei felice. Chi mai si pone con questo assalto gentile a frugare nelle tue emozioni più intime?

Convenzione vuole che quando il fato ti organizza inaspettate rimpatriate con amici o conoscenti ci si aggiorni sullo stato civile, su eventuali pargoli sfornati, sul lavoro, sulle ultime vacanze, insomma argomenti così, poco impegnativi.
Occhi negli occhi, mi sento inchiodata, farfuglio qualche concetto come misera risposta e me la filo, pensando che lei, Mariella, è la solita elegantissima donna fuori dal comune.
A distanza di molti giorni mi piace pensare che se mi capitasse di nuovo questa scena, la mia risposta sarebbe un impulsivo SÌ!

Questo articolo esce mentre mi trovo a Kiel, in Germania, come parte della delegazione italiana che rappresenta “Zero Waste Italy”, un evento che richiama la partecipazione di 26 Paesi, mettendo a confronto le esperienze internazionali con spirito di conoscenza e divulgazione di buone pratiche verso rifiuti zero.
Le più svariate personalità tra ingegneri, scienziati, operatori e ovviamente attivisti potranno sedersi e discutere insieme di quanto non ha funzionato nel sistema, ma soprattutto di quali modifiche possiamo apportare per cambiarlo. Il nostro approccio è pratico e animato dalla volontà di utilizzare il nostro potere personale per produrre tangibili azioni di tutela ambientale.

Se volete il volantino con il programma scaricatelo sul telefono, siamo a un ritrovo Rifiuti Zero e non sprecheremo carta”. SÌ! Sono felice!
Questi messaggi mi arrivano come musica… finalmente non sono la quotidiana rompiscatole invasata ma parte di una comunità che, come rifiuto, vede solo lo spreco. E mi sento a casa.
La prossima settimana scriverò sicuramente di questa esperienza che mi arriva come un sogno avverato, non totalmente piovuto dal cielo, ma frutto di scelte precise.

Lasciare un dignitoso impiego d’ufficio che non ti rappresenta più, buttare la routine, reinventarsi dentro a una necessaria decrescita e ripartire con un libro di pagine bianche dal titolo “ambiente” ammetto che sia un misto tra coraggio e incoscienza, poco capito a livello sociale, ma che dire sul piano emozionale.

Una persona che riesce a realizzarsi e sostenersi stando al centro delle proprie passioni è una persona libera e padrona del dono più prezioso, il tempo di vita.
Le gratificazioni materialistiche diventano sempre meno sentite quando la nostra autostima è più alta, perché ci siamo rispettati, perché ci siamo ascoltati, perché ci siamo dati una possibilità di credere in noi. E allora non serve comprarsi un vestito al mese, magari proveniente da fast fashion, intramato di fibre sintetiche e confezionato da lavoratori sfruttati. Si rattoppano i jeans, si scambiano gli indumenti, si cammina, si prendono i mezzi pubblici, si ha il tempo del rivoluzionario atto di autoprodursi cibo e cosmesi.

Fin da quando acquisiamo la facoltà di esprimerci a parole, la domanda “sei felice?” posta da genitori e insegnanti attenti e concentrati sulla risposta dovrebbe entrare a far parte di un requisito fondamentale per la buona crescita e salute umana. Esiste già un misuratore nazionale di felicità, il PIF, che si contrappone al più conosciuto PIL, parametro basato sulla produzione di beni e servizi.
Ma l’essere umano non è soltanto una complessa macchina bensì anche un fantastico ammasso di emozioni e sentimenti…

Al momento l’unico Stato ad aver ufficializzato la – Felicità Interna Lorda- è il Bhutan che misura il benessere della popolazione in base alla salvaguardia dell’ambiente, alla cultura, a uno sviluppo responsabile e alla qualità dei rapporti sociali.
Magari al ritorno da Kiel inizio a pensare a un viaggetto sull’Himalaya; quando una cosa si desidera tantissimo, posso testimoniare che a volte succede che si avvera sul serio.

 

Laura Lo Presti vive sulle colline del Montalbano, circondata dalla Natura e dai suoi gatti. Attivista ambientale per passione, collabora con il Centro di Ricerca Rifiuti Zero di Capannori (www.rifiutizerocapannori.it) e con Ekoe società cooperativa (www.ekoe.org) per la commercializzazione di stoviglie e imballi ecologici.







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