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Elba, l’antica strada distrutta per posare i cavi di internet dopo 14 mesi è ancora così

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Legambiente Arcipelago Toscano: “Sassi e lastroni ammucchiati, materiali finiti nella scarpata. Lo scempio di una parte della nostra storia è ancora lì”. 

 

di Gabriella Congedo
foto Legambiente Arcipelago Toscano

ISOLA D’ELBA (Li) – Una strada storica elbana di oltre 700 anni dove passavano i barrocci, il Rimercojo, completamente sventrata per posare i cavi della fibra ottica. E allo scempio oggi, a distanza di 14 mesi, non è stato ancora posto rimedio. A denunciarlo è Legambiente Arcipelago Toscano che per prima, il 25 gennaio 2021, aveva pubblicamente segnalato il disastro.
L’intervento era stato autorizzato dal Comune di Marciana Marina, nel cui territorio ricade il tracciato. Ma il percorso dell’antica strada rientra in area protetta ed è di competenza anche del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano.

Che durante i lavori qualcosa fosse andato storto non bisognava essere degli esperti per capirlo: l’intero percorso trasformato in una poltiglia fangosa, le antiche lastre ammassate in un accumulo disordinato, parte del materiale scavato scaricato a valle, direttamente nel bosco.

Dopo la denuncia di Legambiente e i sopralluoghi dei Carabinieri Forestali erano arrivati i provvedimenti a carico di Telecom Italia Mobile, titolare dell’intervento: sequestro temporaneo del cantiere, sanzioni amministrative, denuncia penale. E per finire con un’ordinanza di ripristino “a seguito della presentazione di uno specifico progetto, redatto da tecnico esperto in materia, che preveda la ricostruzione delle particolari caratteristiche del tracciato storico, con pavimentazione in lastre irregolari di granito e sassi sapientemente sistemati a mano”. Poi i lavori sono stati conclusi e ora il sentiero è riaperto al transito.

Ma il lastricato medievale è stato ripristinato davvero come era stato promesso? Niente affatto, lo scempio è ancora tutto lì, come testimoniano le foto di Legambiente. E del resto era poco probabile che chi si è reso responsabile di un simile sfacelo riuscisse a porvi rimedio in maniera decente.

Il piano di calpestio nei punti lastricati dove la devastazione era stata maggiore è niente più che sassi e lastroni ammucchiati alla bell’e meglio, molti degli elementi che lo costituivano sono finiti nella scarpata del fosso di Rimercojo e altri sono ammucchiati di fianco al sentiero” scrive l’associazione ambientalista, che aggiunge: “Dopo 14 mesi dal disastro lo scempio di una parte della nostra storia è ancora lì in pessima vista e ci chiediamo, e chiediamo anche alle istituzioni interessate, a che punto siamo, se questa resterà la situazione definitiva o se la ditta esecutrice e la grande compagnia telefonica appaltante che hanno distrutto un percorso storico elbano saranno chiamate a renderne conto, a ripristinare quanto devastato e a risarcire i danni che hanno provocato”.

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