Griglie, panne galleggianti e un esercito di volontari coordinati dal Consorzio di Bonifica Toscana Nord intercettano oltre 220 tonnellate di rifiuti all’anno.
di Iacopo Ricci
8 giugno 2024
MASSA CARRARA, LUCCA – Nella parte più settentrionale della Toscana migliaia di occhi e di mani si prendono cura dei corsi d’acqua: piccoli ‘eserciti’ che durante l’anno puliscono l’alveo e gli argini di fiumi, torrenti e canali nel territorio gestito dal Consorzio di Bonifica Toscana Nord.
Sono 122 le associazioni di volontariato che hanno adottato, tramite convenzioni con il Consorzio, decine di corsi d’acqua e un centinaio gli agricoltori che eseguono la manutenzione, il presidio e la raccolta dei rifiuti sui canali e sui fiumi di competenza dell’ente.
Circa l’80% dei rifiuti marini arriva dai fiumi che attraversando paesi, campi e città diventano veri e propri nastri trasportatori. È necessario bloccarne la maggior quantità possibile prima che arrivino in mare. “Si parte dalla raccolta, in vario modo, prima degli interventi di manutenzione che potrebbero triturare anche i rifiuti generando microplastiche che poi diventerebbero impossibili da intercettare – spiega il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi -. Ci sono alcuni sistemi tecnici che vanno dalle panne lungo il corso d’acqua alle griglie di raccolta. I materiali vengono intercettati anche attraverso la raccolta manuale che coinvolge operai, ditte in appalto, agricoltori ma anche una grande rete di volontari con oltre 120 associazioni che operano sui corsi d’acqua prima del passaggio dei mezzi”.
I sistemi adottati dal Consorzio per intercettare i rifiuti trasportati dai fiumi dunque sono diversi e complementari. Gli impianti idrovori che si trovano lungo i canali di acque basse sono dotati di alcuni sgrigliatori chiamati “vagli” che trattengono i rifiuti impedendo che circa 165 tonnellate all’anno finiscano nelle spiagge e in mare.
Sui corsi d’acqua della costa, poi, sono state installate delle panne che permettono di intercettare i rifiuti galleggianti così come sfalci della vegetazione. Dalle panne deriva una tonnellata all’anno di rifiuti altrimenti diretti in mare.
C’è infine la raccolta manuale fatta dagli operai della manutenzione, su cifre che si aggirano attorno alle 30 tonnellate all’anno mentre altrettante derivano dalle pulizie svolte dalle associazioni di volontari durante l’anno, in particolare durante i Sabati dell’Ambiente, un’iniziativa di Citizen Science che va avanti da oltre 6 anni. I partecipanti si ritrovano l’ultimo sabato del mese nelle città e nei piccoli paesi, insieme con le sezioni locali delle associazioni, con l’obiettivo di restituire l’aspetto naturale ai corsi d’acqua togliendo i rifiuti abbandonati prima che arrivino al mare.
“Tutte queste azioni – aggiunge il presidente Ridolfi – permettono di intercettare un’enorme mole di rifiuti, superiore alle 220 tonnellate all’anno che altrimenti arriverebbe in gran parte sulle spiagge e in mare creando danni enormi alla vita animale e vegetale”.
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