Urbanistica

Elba, Legambiente: barriere abusive, riaprire la Strada Traversa Longonese

Foto Legambiente Arcipelago Toscano
Foto Legambiente Arcipelago Toscano

Il percorso è utilizzato da tempo immemorabile dalla popolazione. Se non si riaprono le strade pubbliche chiuse abusivamente dai privati, all’Elba la Ciclopista Tirrenica resterà un sogno.

di Legambiente Arcipelago Toscano

PORTOFERRAIO (Li) – Il 18 dicembre 2017, Legambiente Arcipelago Toscano e altre associazioni ambientaliste avevano chiesto per posta elettronica al Comune di Portoferraio di provvedere, per quanto di competenza, alla riapertura di un tratto della Strada Traversa Longonese, parte fondamentale del progetto della Ciclopista elbana, (a sua volta parte del progetto transfrontaliero della Ciclopista Tirrenica) che va dalle Grotte al bivio di Bagnaia, chiuso  per qualche centinaio di metri da privati con rete metallica. Visto che dal Comune non arrivava nessuna risposta, il 7 febbraio 2018, sempre mediante pec, le stesse associazioni hanno riscritto al sindaco di Portoferraio riproponendo lo stesso problema. A tutt’oggi non è pervenuta nessuna risposta.

La Strada Traversa Longonese, sulla cui chiusura evidentemente il Comune e i suoi uffici preposti sembrano preferire tacere nonostante le reiterate segnalazioni, è rappresentata sul Catasto Leopoldino del 1848, unisce la sommità della Collina delle Grotte, sopra la villa romana, con l’incrocio tra l’attuale Strada Provinciale da Portoferraio per Porto Azzurro e la via di Schiopparello-Bagnaia; è una scorciatoia pedonale della Strada Maestra che costituisce l’attuale Strada Provinciale 26.
La strada, utilizzata da tempo immemorabile dalla popolazione di San Giovanni per raggiungere i propri terreni sulla piana di Schiopparello, è certamente una strada pubblica, ovvero di uso pubblico.

Al riguardo il Consiglio di Stato sez. V 20 dicembre 2011 n. 6712 afferma che «l’assoggettamento a uso pubblico di una strada privata può derivare, oltre che dalla volontà del proprietario e dal mutamento della situazione dei luoghi, della strada nella rete viaria cittadina, anche da un immemorabile uso pubblico, inteso come comportamento della collettività contrassegnato dalla convinzione pur essa palesata da una situazione dei luoghi che non consente di distinguere la strada in questione da una qualsiasi altra strada della rete viaria pubblica di esercitare il diritto di uso della strada».
Quindi il Comune di Portoferraio può anche non rispondere alle nostre segnalazioni e richieste, ma avrebbe il dovere di agire.

Tornando alla Ciclopista Tirrenica – che in altre aree costiere è ormai realtà – è un percorso in fase di realizzazione di oltre 1200 km, che va da Ventimiglia a Roma, con estensioni nella regione Paca (Provenza e Costa Azzurra) e in Corsica. In Toscana il percorso si sviluppa per circa 550 km, compresi i collegamenti multimodali tra cui quello di Piombino, che permette di inserire l’Isola d’Elba nel tracciato della ciclovia.

In un’intervista rilasciata nel settembre 2017 l’assessore regionale ai Trasporti Ceccarelli spiegava che «Ai Comuni abbiamo chiesto di predisporre piani della mobilità ciclabile e di raccordarli ai grandi itinerari ciclabili previsti in Toscana (…) Abbiamo inoltre previsto una via agevolata per chi si è dotato di questi strumenti di pianificazione». Ceccarelli aggiungeva che, una volta realizzati gli itinerari, i Comuni non saranno lasciati soli per quanto riguarda la manutenzione: «Investiremo delle risorse anche per quanto riguarda la gestione e la manutenzione perché le infrastrutture non solo devono esserci ma devono essere anche fruibili».
Per quanto riguarda l’Elba la Ciclopista è parte di una rete di mobilità dolce pedonale e ciclistica basata sui percorsi storici che uniscono i paesi dell’Elba rappresentati nel Catasto Leopoldino.

E’ palese che, se l’amministrazione comunale di  Portoferraio e le altre amministrazioni comunali elbane non si decideranno ad adottare i provvedimenti necessari a rimuovere le barriere abusive realizzate da privati in barba a qualsiasi diritto di transito e che impediscono l’uso di strade pubbliche e di fatto le privatizzano, la ciclopista elbana non beneficerà dei finanziamenti destinati al percorso tirrenico e di conseguenza non verrà realizzata.

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