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Poggibonsi, una nuova piazza Mazzini sporca tra fantasia e realtà

Abbattimenti del 2018 (Foto da Comitato Piazza Mazzini Poggibonsi)
Abbattimenti del 2018 (Foto da Comitato Piazza Mazzini Poggibonsi)

La referente toscana del GrIG: “Troppi rifiuti e travertino già rotto, alberi piccoli senza ombra e un bike sharing mai partito”.

 

7 settembre 2022

POGGIBONSI (Si)Nel 2018 la riqualificazione della storica piazza Mazzini, progettata nel dopoguerra dell’architetto Carlo Del Zanna, comportò il taglio di 35 grandi alberi, 4 ippocastani, 21 lecci, un corbezzolo e nove cedri del Libano, ma l’incuria di alcuni cittadini a la poca attenzione del Comune fanno sì che molti dei suoi spazi siano sporchi e pieni di rifiuti. A segnalarlo è Donatella Mercatelli, referente toscana dell’associazione ecologista GrIG (Gruppo d’Intervento Giuridico). 

Non è certamente solo piazza Mazzini ad essere sudicia in questo nostro povero mondo ma certamente la nuova piazza riqualificata non si può portare a esempio o modello di decoro urbano, non è proprio un specchio. Forse si intendeva per piazza riqualificata “fruibile” solo un invaso “fruibile” come discarica? E il nuovo ecologico e sostenibile verde della piazza riqualificata serviva per nasconderci dentro i rifiuti?

La cafonaggine delle persone però non può essere presa a scusa e come unico motivo di tutto il sudiciumaio che c’è. Anche se le aiuole sono così attraenti e pratiche per gettarci di tutto, non è credibile che al Comune non importi, che non veda oppure non siano avanzati nemmeno degli spiccioli per pagare qualcuno che possa togliere l’immondizia dalla piazza decantata come vera porta della città, da riportare alla sua originaria funzione in modo da essere accogliente e gradevole per i cittadini e per chiunque arrivi o parta dalla Stazione ferroviaria.

Di sicuro tutta questa spazzatura non l’hanno causata gli ex 35 grandi alberi della storica piazza, e nemmeno i nove immensi cedri del Libano riconosciuti dal Comune stesso troppo grandi e grossi per stare nella piazza perché ormai, come il cielo ha voluto, dall’agosto 2018 non ci sono più a causare tutto quel paventato danno spaventoso.

Le aiuole della nuova piazza possono anch’esse essere dichiarate “sostenibili” in quanto parcheggio per le biciclette di quella mobilità sostenibile decantata nella progettazione, di quel servizio di bike sharing mai realizzato perché non è avanzato nemmeno 1 euro dei 2 milioni e 350 mila di finanziamenti regionali-europei per il Progetto di Innovazione Urbana (PIU)? Speriamo invece che sia avanzato almeno un po’ del prezioso, locale travertino di Rapolano visto che un pezzo di cordolo si è già frantumato in un’aiuola laterale all’ingresso della Stazione ferroviaria.

I nuovi alberelli della nuova piazza sono un po’ cresciuti in questi 4 anni e sono sopravvissuti miracolosamente dentro questa morsa di travertino, pietra e asfalto, dentro un’isola di calore con punte di temperatura anche superiore a 45°C.  Così qualche cenno di vita animale si comincia a notare con qualche uccellino che vola tra i rami e qualche insetto che vola sui pochi fiorellini nati tra la spazzatura.

Ora forse è arrivato il momento che gli amministratori comunali scendano nelle strade e nelle piazze della città, e quindi anche in piazza Mazzini, e facciano il punto della situazione su cosa è stato perduto e cosa si può rimediare per restaurare e rendere accogliente e pulita questa piazza. Ora forse è arrivato il momento che ritorni un po’ di buon senso per incominciare a sperare che gli amministratori della città che li ha scelti vogliano dimostrare di agire da ora in poi davvero per l’osannato “bene comune dei cittadini”.

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