Rifiuti e riciclo

Rifiuti da fonti fossili, dall’Ateneo di Firenze una soluzione per pulire il mare

Immagine da Università di Firenze.
Immagine da Università di Firenze.

Presentato il dispositivo Waste Out of Water in grado di filtrare e raccogliere rifiuti e olii galleggianti sulla superficie delle acque marine.

 

Redazione
4 dicembre 2023

FIRENZE – Nell’attesa che l’industria del fossile non sia più la protagonista della filiera del confezionamento dei prodotti e nella speranza, seppur remota, che le norme dei Paesi più avanzati impongano ai produttori di beni e servizi l’utilizzo di packaging compostabile, ingegneri e ricercatori di tutto il mondo lavorano per trovare soluzioni che si collocano troppo spesso a valle del problema dei rifiuti. La ricerca, sin qui, non è riuscita ancora a imporre sui mercati delle valide soluzioni tecniche che possano sostituire le confezioni di plastica e questo forse dipende anche dall’azione efficace delle lobby del fossile.

Dall’Università di Firenze, nel frattempo, si apprende di un nuovo prototipo di dispositivo per la pulizia delle acque progettato dal Dipartimento di Ingegneria Industrialela WoW solution, acronimo di Waste Out of Water, presentato dal ricercatore Alessandro Ridolfi e dal dottorando Guido Lazzerini in occasione dei Dialoghi sulla Natura a Montecatini Terme. “Il dispositivo agisce in maniera simile ad alcuni skimmer installati nelle piscine, è in grado cioè di filtrare e raccogliere i rifiuti galleggianti sullo strato superficiale delle acque marine – spiega Ridolfi – e installato su banchina o su pontile dispone di una pompa subacquea che aspira il materiale e lo trasporta in un contenitore posizionato sulla terraferma”.

Il prototipo è stato messo a punto grazie al sostegno e in collaborazione con la Arbi Dario Spa, che ha cofinanziato all’Ateneo fiorentino una borsa di dottorato per lo svolgimento della ricerca Design, progettazione e industrializzazione di soluzione meccanica per la raccolta del marine litter in ambito portuale. Il prossimo stadio – prosegue il ricercatore – sarà l’installazione di sensori che misurino la quantità di rifiuti raccolti e verifichino se il bilancio energetico sia positivo in rapporto al lavoro di pulizia svolto. Per garantire la massima efficienza, a differenza di altre tecnologie, la pompa di WoW funziona a potenza variabile in base alla presenza o alla prossimità dei rifiuti da aspirare”.

Sempre in ottica di sostenibilità il team Unifi (che comprende fra gli inventori anche Andrea Della Valle, Cosimo Fredducci e Benedetto Allotta) intende dotare l’apparecchio di un’alimentazione ibrida, affiancando alla rete anche un contributo rinnovabile attraverso un sistema fotovoltaico o eolico. Inoltre, per massimizzare il bilancio energetico, in futuro potrebbe essere installata una microturbina a valle della pompa, con l’obiettivo di recuperare energia idroelettrica dall’acqua aspirata con i rifiuti e restituita al mare. “Al momento WoW è in grado di raccogliere materiale in plastica – conclude Ridolfi – ma il nostro obiettivo è di renderlo capace, con i filtri opportuni, di ripulire il mare anche da altri inquinanti galleggianti come olii e idrocarburi”.