Inquinamento

Ritorna Plastic Radar di Greenpeace per segnalare i rifiuti con Whatsapp

Plastica in spiaggia
Dopo l’enorme successo dell’anno scorso adesso c’è una novità: i cittadini potranno fare le segnalazioni anche per i fiumi e i laghi.

 

Per segnalare con Whatsapp i rifiuti di plastica in mare, nei fiumi e nei laghi Greenpeace ha riattivato Plastic Radar, il servizio lanciato l’anno scorso che ha avuto un enorme successo con oltre 6.800 segnalazioni. La novità di questa edizione è proprio la possibilità di fare le segnalazioni anche per i fiumi e laghi.
Partecipare è semplice, basta avere un cellulare su cui sia installata l’applicazione WhatsApp e, una volta individuato un rifiuto di plastica in mare, sulla spiaggia, nei fiumi o nei laghi, segnalarlo al numero di Greenpeace +39 342 3711267 inviando una foto in cui sia ben riconoscibile il tipo di rifiuto insieme alle coordinate geografiche del luogo dove è stato trovato.

La chatbot di Plastic Radar farà successivamente delle domande per acquisire le informazioni necessarie per registrare e validare la segnalazione. I dati saranno disponibili in forma aggregata – nell’arco di 24-48 ore – sul sito plasticradar.greenpeace.it dove si potrà scoprire anche quali sono le più comuni categorie di prodotti e imballaggi che inquinano mari, spiagge, fiumi e laghi, a quali categorie merceologiche appartengono e quali sono le aziende che, più delle altre, ricorrono abitualmente alla plastica usa e getta.

Plastic Radar è un’altra campagna che cerca di coinvolgere i cittadini (come  Beach Litter di Legambiente) nella lotta alla dispersione nelle acque di plastiche e microplastiche.
La maggior parte dei rifiuti segnalati l’anno scorso erano prodotti usa e getta, in primis bottiglie di plastica. Sono dati che confermano quelli ufficiali forniti dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente per quanto riguarda la situazione italiana e da ARPAT per la Toscana.

È necessaria la collaborazione da parte di tutti – è l’appello lanciato da Greenpeace – perché solo insieme possiamo denunciare cosa sta succedendo e accendere i riflettori su quella che si presenta come una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi”.