Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Scelte sbagliate (o non fatte) ed errori di prospettiva: cosa ci dicono le recenti alluvioni

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Sulla prevenzione del rischio idro-geologico da noi si investe scandalosamente poco e gli interventi sono bloccati da burocrazia e rimpallo di responsabilità.

 

di Sandro Angiolini
19 settembre 2022

La notizia più rilevante della settimana a sfondo ambientale in Italia è probabilmente l’alluvione che ha colpito una zona delle Marche provocando la morte di 11 persone. Pensate che in Pakistan, nelle ultime settimane, ne sono morte oltre 1.500 per motivi simili.
L’attenzione dei media si è concentrata nei primi giorni soprattutto sul chiedersi se era stato dato l’allarme in tempo e sulle biografie di coloro che erano deceduti. Ben poco spazio invece sul cercare di capire se e come tragedie del genere siano prevenibili. E così si continua a ignorare che, in gran parte, eventi come questo sono in realtà frutto dell’azione (o dell’inazione) degli esseri umani.
Provo a spiegarmi meglio:

– nel caso specifico sembra che la vulnerabilità del comprensorio fosse già stata accertata nel lontano 1986, e in ogni caso Senigallia era già stata colpita da una forte alluvione nel 2014. I maggiori quotidiani riportano anche che erano già stati stanziati fondi per intervenire al fine di ridurre il rischio di dissesto idro-geologico ma che ancora non erano state avviate le opere di manutenzione previste;

– la cosa probabilmente più grave è che una parte di queste opere era bloccata sulla corretta interpretazione da dare ad alcune norme dai vari Enti coinvolti nel prendere delle decisioni. Come troppo spesso succede in Italia, l’ambigua ripartizione delle responsabilità e l’enorme apparato normativo ritardano azioni necessarie, generando rischi ulteriori per l’ambiente e la popolazione.

La cosa francamente più desolante è che questa storia si ripete da decenni, e che nulla sembra cambiare. Alcune considerazioni su cui invito a riflettere:
– sulla prevenzione del rischio idro-geologico si investe scandalosamente poco in Italia: è apparentemente molto più facile promettere di fare il ponte sullo stretto di Messina e continuare ad acquistare degli aerei da guerra che costano 30 milioni l’uno (vedi il recente acquisto in agosto di caccia F-35).

concentrare la maggior parte della responsabilità nel decidere sulla realizzazione di alcune opere sulle singole amministrazioni comunali è un rischio di per sé. Anche se sulla carta sono previsti controlli e processi di programmazione su aree più vaste, l’impressione è che mentre si autorizzano i Comuni di fondo valle a costruire nuove aree residenziali e/o artigianali o commerciali, non si intervenga a sufficienza per rafforzare la stabilità dei Comuni posti a monte; con i risultati che si vedono periodicamente in televisione.

il 2022 sarà quasi sicuramente l’anno in cui anche i più dubbiosi avranno capito che i rischi derivanti dal cambiamento climatico sono reali e fortissimi. Chi non l’ha ancora capito invece sono i Governi di questo Paese, che ancora non hanno preparato il Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici che dovrebbe individuare gli interventi prioritari, assieme a chi dovrà realizzarli, e ai finanziamenti necessari. E pensare che siamo in campagna elettorale, ma di queste cose si parla pochissimo…

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.