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Variante Toscana, l’ambiente e le infiltrazioni mafiose che non ti aspetti

Variante Toscana, l'ambiente e le infiltrazioni mafiose la vedono al sesto posto per illegalità ambientali

Con la Toscana al sesto posto in Italia per illegalità ambientale la politica cerca soluzioni dopo l’inchiesta Keu. A novembre il Rapporto Ecomafia 2021.

 

La classifica regionale dell’illegalità ambientale per il 2019 vede la Toscana classificarsi al sesto posto con 2.197 reati, il 6,3% sul totale nazionale, 1.920 persone denunciate, 2 arresti e 451 sequestri. Campania, Puglia, Sicilia e Calabria le regioni dove si commettono più reati. La Lombardia colleziona più arresti. Erano questi e altri i dati interessanti emersi dal Rapporto Ecomafia 2020 realizzato da Legambiente in collaborazione con la Scuola Normale di Pisa. Il prossimo Rapporto annuale della Normale di Pisa, in uscita presumibilmente a novembre, si intitolerà Variante Toscana.

La presenza di criminalità organizzata in Toscana èabbastanza peculiare, antica e organizzata più sul controllo di segmenti di mercato che del territorio” ha dichiarato Salvatore Sberna in Commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata in Toscana, guidata da Elena Meini (Lega). Insieme ad Alberto Vannucci dell’Università di Pisa, Sberna ha scattato la fotografia del sistema rilevando che nel settore privato “il filtro antimafia è poco utilizzato” e dovrebbe essere esteso, magari promuovendo protocolli con le prefetture e inserendo al loro interno obiettivi come controlli a campione su operatori economici, contratti e forniture. I meccanismi di filtro dovrebbero inoltre essere attivati “non più su base territoriale ma di segmenti produttivi” perché anche grazie all’inchiesta Keu è ormai evidente che le infiltrazioni mafiose nella nostra regione hanno più un “approccio funzionale che territoriale”.

Indicatori di allarme ce ne sono e in campo ambientale si ritrovano condotte criminali anche per la debolezza normativa. La circolarità e l’intreccio tra diversi tipi di attività illegali, è stato rilevato, sono propedeutiche e necessarie ad altre attività come corruzione o utilizzo improprio di rifiuti tossici.
Secondo Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, Arpat e le altre agenzie attive sul territorio dovrebbero essere potenziate: “C’è un interesse collettivo perché tutto il sistema sia rafforzato a vantaggio del territorio e dei cittadini. Se vogliamo capacità di azione e terzietà la Regione dovrebbe stanziare il doppio dei fondi attuali per l’Agenzia regionale di protezione ambientale”.

Irene Galletti del Movimento 5 Stelle da parte sua ha espresso preoccupazione per il posizionamento in classifica della Toscana: “In questo momento serve unità di intenti e una fortissima azione bipartisan. Attività di repressione devono essere l’ultima ratio, prima occorre costruire un sistema efficace ed efficiente”.
Tra i tanti spunti di riflessione utili al lavoro della Commissione la presidente Elena Meini ha aggiunto anche quello di “valutare una collaborazione con Università e Normale di Pisa per la stesura della Relazione finale che vista la proroga concessa dovrà essere fatta entro novembre”. Nel corso dei lavori la Meini ha informato che l’Osservatorio regionale sulla legalità sarà presto attivo: “Ho ricevuto comunicazione formale dal presidente Antonio Mazzeo che tutto quanto era di competenza dell’Ufficio di presidenza è stato espletato. L’insediamento è quindi imminente”.

Fonte: Regione Toscana

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