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A Montelupo Fiorentino prati pubblici lasciati “al naturale” per salvare clima e biodiversità

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Foto Comune di Montelupo Fiorentino

Niente sfalci primaverili, sperimentazione partita in due aree della città. L’assessore all’Ambiente: “È ora di sfatare l’equazione erba alta = sporco”.

 

di Gabriella Congedo
21 giugno 2023

MONTELUPO FIORENTINO (Fi) – Sarà vero che un prato rasato come un campo da golf è più pulito e bello rispetto a uno lasciato “al naturale”? Se lo sono chiesto a Montelupo Fiorentino, vivace borgo della Val di Pesa famoso per le sue ceramiche, e la risposta è stata “no”: è solo uno spazio verde privo di vita senza più fiori né farfalle né insetti impollinatori. Un deserto.

Qui il Comune ha scelto di adottare un approccio diverso nella gestione del verde pubblico e degli sfalci dell’erba in nome della lotta al cambiamento climatico e per la difesa della biodiversità. Per cominciare è partita una sperimentazione: in due aree poco frequentate dai cittadini – una nei pressi del polo sportivo, un’altra più ampia nel parco di Villa l’Ambrogiana – l’erba è stata lasciata crescere in modo spontaneo senza prevedere sfalci primaverili. Basta passarci per rendersi conto dell’enorme differenza con i prati vicini. Se questo piccolo progetto sperimentale avrà successo si valuterà se ampliare le zone interessate. Perché, spiegano, occorre procedere per gradi.

È ora di sfatare l’equazione erba alta = sporco dice l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nesi Il verde spontaneo è un ecosistema bello che garantisce la tutela della biodiversità, la riproduzione di specie protette come le orchidee selvatiche, ma anche di insetti indispensabili alla vita come gli impollinatori, che in un prato rasato non trovano alcun fiore mellifero. Inoltre gli sfalci continui permettono spesso la sopravvivenza a sole specie resistenti ai tagli, spesso invasive e aliene, riducendo la biodiversità vegetale”.

Una gestione più naturale del verde pubblico è importante anche per mitigare le alte temperature dell’estate e contrastare il cambiamento climatico. A Montelupo hanno fatto due conti: 1.000 m2 di una buona copertura di tappeto erboso restituiscono all’aria per evapotraspirazione in una giornata di sole 2.500-3.000 litri d’acqua. E l’abbassamento di temperatura che un tappeto erboso è in grado di creare è di 5°C rispetto al suolo nudo e di 15°C nei confronti di una superficie asfaltata. Ma dev’essere un vero prato.

Di recente l’amministrazione comunale ha inserito nei documenti di programmazione 2023-2025 un innovativo obiettivo operativo denominato “Azioni in contrasto e di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico”. Obiettivo: adattare con urgenza la città alle nuove condizioni per mantenerla vivibile e sicura.

Per arrivarci occorrono un cambio di mentalità e una crescita culturale, spiega Lorenzo Nesi: “Certamente non lo si fa in modo repentino e drastico ma procedendo per piccoli passi: senza estremismi. Da qui l’idea di sperimentare una diversa gestione del verde pubblico intanto in due aree defilate e meno frequentate dai cittadini. I risultati attesi sono: minori emissioni, maggiore biodiversità, minori costi che possono essere reinvestiti in altre azioni climatiche positive».

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