Tessitori del mondo nuovo

Caro prezzi, soffrono le imprese di servizi del tessile ma cresce l’attenzione all’ambiente

Pandemia e guerra rischiano di far cadere in crisi il settore del tessile ma cresce l'attenzione all'ambiente e all'economia circolare.

Pandemia e guerra rischiano di far cadere il settore in una crisi tale da non garantire più i servizi essenziali all’alba della nuova strategia Ue per la sostenibilità del tessile.

 

di Elena Lai – Associazione Europea per i Servizi del Tessile

Anche il settore dei servizi del tessile si trova a fare i conti con gli effetti del lungo periodo di pandemia e le preoccupazioni per la guerra in Ucraina accompagnata dall’incremento record nei prezzi dell’energia. Sebbene sia impossibile prevedere quanto durerà il conflitto e quale sarà la sua portata, è evidente che la dipendenza europea dai combustibili fossili russi giocherà un ruolo cruciale, con i leader europei che si affretteranno a compensare i costi e reinvestire in modelli di business verdi, sostenibili e circolari.

Le associazioni di categoria sottolineano il proprio disappunto verso l’aumento dei costi e auspicano un intervento repentino del Governo, senza il quale non saranno in grado di fornire i propri servizi senza aumentare i costi per i consumatori. Questo avrà conseguenze drastiche in particolare sulla salute pubblica, come hanno sottolineato di recente gli interventi del senatore Massimo Vittorio Berutti e del presidente di Assosistema Egidio Paoletti.

Affinché il settore dei servizi tessili non perda la sua dinamicità e la volontà di continuare a essere operativo anche in condizioni non ideali occorrono con urgenza fermezza e grande lungimiranza delle istituzioni a livello nazionale ed europeo per un settore che fornisce servizi essenziali per i cittadini. Non si può guardare al futuro con ottimismo, con la prontezza e la volontà di adattarsi e puntare verso un settore più sano, più verde e più digitale se non si è lungimiranti nei momenti di maggiore necessità. Questo è ancora più un imperativo dopo il 30 marzo, quando la Commissione europea ha pubblicato la tanto attesa nuova strategia dell’Ue per la sostenibilità del tessile.

Il pacchetto include una revisione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile che propone requisiti di progettazione e fissa requisiti minimi obbligatori per l’inclusione di materiale riciclato nei tessuti, migliorando così la riparabilità, le possibilità di riciclaggio e prolungando la durata dei prodotti tessili. La strategia mira anche a espandere il potere d’acquisto dei consumatori attraverso il Digital Product Passport, combattendo anche il greenwashing e lo scarico di microplastiche nei tessuti.

Questi elementi sono stati presentati in modo approfondito anche dal capo unità della DG Grow durante un importante evento a Bruxelles organizzato da DEPLOY London e FIPRA, dove ETSA ha esposto come relatore insieme alla Commissione, i membri del Parlamento, l’Ufficio europeo dell’Ambiente e ha sottolineato, quale associazione europea di categoria, le gravi difficoltà che le Pmi dei servizi del tessile stanno attraversando a causa dell’aumento dei costi per il gas e l’energia in Italia, Regno Unito e in molti altri Paesi europei.

Da un recente sondaggio degli ultimi mesi del 2o21 rivolto alle più importanti associazioni nazionali impegnate nel servizio tessile in Europa l’ETSA ha appreso che, dopo essere stata colpita dalla pandemia per due anni consecutivi, l’industria guarda con cautela al ritorno alle attività e ai ricavi pre-Covid in un arco di tempo compreso tra 12 e 18 mesi. Alcune aziende (soprattutto le Pmi) hanno sofferto più di altre, sebbene i pacchetti di stimolo dell’Ue e dei Governi nazionali su tutta la linea abbiano consentito alle aziende di evitare scenari catastrofici.

E’ chiaro che percorsi alternativi per queste imprese dovrebbero essere vagliati dagli organismi competenti a livello nazionale, di concerto con le istituzioni europee, perché i servizi offerti ai cittadini europei, tra i quali quelli alle strutture ospedaliere, sono di natura essenziale e necessitano momenti di ulteriore dialogo e partecipazione affinché industria e governo possano trovare soluzioni reali per attività di cruciale importanza.

L’ETSA approfitterà per lanciare una discussione più approfondita al riguardo durante il congresso che si terrà a Roma l’11 e il 12 maggio, dove alcuni tra i maggiori organi dirigenziali dei servizi del tessile e dei suppliers avranno modo di scambiare elementi importanti a sostegno dell’industria.

Che cos’è l’ETSA

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La sede di Etsa a Bruxelles

Lo scopo della European Textile Service Association è quello di promuovere gli interessi e le priorità del settore dei servizi tessili, in collaborazione con le imprese associate e le associazioni nazionali. Il nostro obiettivo è influenzare le politiche a livello europeo e fungere da piattaforma per discutere le best practice e i modelli più innovativi.
Chi rappresentiamo
I nostri membri sono costituiti sia da servizi tessili (le lavanderie industriali) che da aziende tessili (suppliers) che da associazioni per i servizi tessili nazionali.
L’appartenenza all’ETSA offre numerosi vantaggi, tra cui l’accesso a informazioni strategiche sulla legislazione dell’UE, la possibilità di partecipare a progetti europei sulla sostenibilità e la digitalizzazione del settore, il contatto con i gruppi di lavoro dell’ETSA in varie aree di interesse specifico per il settore, gli sviluppi di prima mano dell’industria dei servizi tessili, nonché un servizio di prim’ordine per garantire che le esigenze particolari e specifiche delle imprese siano soddisfatte a livello UE e internazionale.

 

Elena-lai-Etsa-Toscana-AmbienteElena Lai lavora come Segretario generale dell’associazione dal novembre 2020. Le precedenti tappe della sua carriera includono il lavoro presso il Nottingham City Council come responsabile per le relazioni con il governo locale ed EUROCITIES Culture Forum e Creative Industries Working Group. Nel 2011 è stata nominata segretario generale del CEPI, il Coordinamento Europeo dei Produttori Indipendenti. In questo ruolo ha aiutato a guidare l’associazione nell’adattamento a un “mercato unico digitale in continua evoluzione” con particolare attenzione alle questioni del diritto d’autore e all’innovazione. Parallelamente ha lavorato per Europe Analytica, una società di consulenza con sede a Bruxelles, nel ruolo di responsabile con particolare attenzione agli affari pubblici, lobby e advocacy per le industrie culturali e creative in tutta Europa. Il suo attuale lavoro ha portato ETSA alla nomina di Ambasciatrice del Clima per l’UE e l’organizzazione è cresciuta sia in termini di notorietà che in collaborazione con i suoi membri e le associazioni nazionali.

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