Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

La tutela dell’ambiente entra in Costituzione ma poi il Governo fa ripartire le trivelle

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Tra i molti dubbi sarebbe il caso di verificare meglio che ogni operazione legata all’estrazione di idrocarburi non provochi danni ambientali.

 

di Sandro Angiolini

La notizia della settimana che ritengo più importante per le questioni ambientali in Italia è stata l’approvazione definitiva, in Parlamento, dell’inserimento della tutela dell’ambiente all’interno della nostra Costituzione.
Il testo parla chiaro: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico e  tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Poco dopo si legge inoltre che «la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali».
Non basta: un altro periodo precisa che «l’iniziativa economica è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente».

Vivere in un Paese regolato da queste norme fondamentali mi fa sentire un po’ meglio, ma subito dopo mi vengono in mente alcune riflessioni:
Altri 21 Paesi al mondo avevano già fatto questo passo, quindi la decisione presa non appare così “rivoluzionaria”. Lo è invece la mossa di citare la tutela degli animali: che ci crediate o meno, al mondo solo altri 4 Paesi l’hanno già inserita nella propria Costituzione;
Le parole sono una cosa, la realtà un’altra: l’Italia è ai primi posti come numero di infrazioni alle normative europee in materia ambientale (https://openpolis.it). Strano che tra gli obbiettivi del PNRR non ci sia anche la volontà esplicita di “mettersi in regola” rispetto ai vari casi aperti…
Non erano infatti passate 24 ore da questa notizia che il Governo ha deciso di riavviare le esplorazioni di gas e petrolio in tutte le regioni italiane (sia su terra che in mare).

In Toscana siamo tra i meno interessati da queste nuove ricerche, ma i dubbi sono parecchi. Per esempio sono il primo a sostenere che per valutare bene ogni investimento vada fatta una corretta analisi costi/benefici: quanto ci costa in termini di attrattiva turistica e di costi di smaltimento/sicurezza collegati un pozzo petrolifero in più? E perché, negli anni scorsi, si è continuato a costruire gasdotti dalla Russia (non esattamente il partner più affidabile al mondo)? Va bene diversificare le fonti di energia, ma non è il caso di verificare meglio che ogni operazione legata all’estrazione di idrocarburi non provochi danni ambientali e adotti gli standard di sicurezza più alti in vigore?
Potrei sbagliarmi, ma non credo che questa impennata dei prezzi dell’energia sia destinata a durare a lungo. Non vorrei che al suo traino si scatenassero mire speculative di vario genere…

 

Sandro Angiolini_piccola

OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.