Mondo Bio

Legge sui distretti biologici in Toscana, critiche dalle opposizioni

cropped-immagine-blog
Approvata a maggioranza con l’astensione del centrodestra la legge d’iniziativa della Giunta. La superficie condotta con metodo biologico pari almeno al 30 per cento del biodistretto.

 

Un sistema produttivo locale, anche di carattere interprovinciale, a spiccata vocazione agricola biologica che rispetta i criteri di sostenibilità ambientale, conservazione del suolo agricolo e tutela dell’agrobiodiversità. Questo è il distretto biologico così come viene definito dalla legge d’iniziativa della Giunta e approvata a maggioranza in aula, con l’astensione del centrodestra, illustrata dal presidente della commissione Agricoltura Gianni Anselmi (Pd).

Nel modello di distretto è previsto un accordo tra agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio). Si fa poi una distinzione tra i soggetti che devono obbligatoriamente essere parti dell’accordo per il riconoscimento del distretto biologico: almeno tre imprenditori agricoli biologici e un terzo dei Comuni del territorio del distretto, e altri soggetti che possono, invece, aderire all’accordo come altre associazioni o altri soggetti o enti pubblici o privati.

Tra i criteri per ottenere il riconoscimento, almeno il 30% della superficie agricola totale del distretto che deve essere coltivata con metodo biologico. La norma accoglie uno degli emendamenti proposti da Sì – Toscana a Sinistra, come confermato da Tommaso Fattori. “La nostra ratio – ha spiegato il consigliere – era quella di venire incontro ai piccoli o piccolissimi agricoltori biologici che, a differenza dei grandi latifondisti, non hanno la possibilità di destinare il 50 per cento al biologico e l’altro 50 all’agricoltura tradizionale”. E anche di “andare incontro a quei piccoli e piccolissimi coltivatori che, specie in zone come il monte Amiata, hanno i pascoli, che devono essere calcolati nella conduzione media del territorio”. Il consigliere ha annunciato il voto favorevole.

Irene Galletti (M5S) ha annunciato il voto positivo esprimendo soddisfazione per l’accoglimento dell’emendamento in commissione di Sì – Toscana a Sinistra. La legge nel complesso “è piuttosto positiva”, anche se ci sono dei problemi: “relativamente alla spinta alla ricerca e allo sviluppo la legge è poco coraggiosa”. Anche per la previsione dell’uso dei fitofarmaci “si poteva fare di più”, mentre il previsto “progetto territoriale integrato” con cui, secondo il testo, il distretto biologico “definisce le strategie territoriali integrate” appare “piuttosto complesso, servono professionalità e molto lavoro”. La consigliera ha concluso con l’auspicio che il bio in Toscana venga il più possibile promosso anche per la ristorazione collettiva delle mense.

Luciana Bartolini (Lega) ha riconosciuto nel distretto biologico “un modello innovativo” capace di aggregare “molti attori, rafforzare la tutela ambientale, contribuire all’arresto dello spopolamento delle aree rurali e promuovere più salute”. Ci sono però due criticità che Bartolini ha argomentato leggendo in aula il testo di una pubblicazione della Regione Toscana che contiene la definizione di “biologico”. La prima: “Bisogna escludere l’uso di fitofarmaci dalla coltivazione biologica”. Quindi “che l’area che viene qualificata come distretto biologico” debba essere pari almeno al 50 per cento rispetto alla superficie agricola utilizzata, anziché al 30 come previsto”. La proposta è stata tradotta dalla Lega in emendamento poi bocciato dall’aula.

Roberto Salvini (Lega), dichiarando l’astensione del suo gruppo, ha manifestato “riserve” sulla legge, perché “si ammette di poter utilizzare prodotti chimici anche in piccolissima quantità, anziché usare prodotti e concimi naturali”. Inoltre, “non si possono fare distretti biologici a macchia di leopardo”. “Questa legge non soddisfa questi elementi importanti per avere un prodotto di altissima qualità”.

Fonte: Regione Toscana

Tags