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Preoccupa l’uso dei pesticidi in Toscana, è urgente finanziare il biologico

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Secondo gli ultimi dati Istat torna a salire il consumo di fitofarmaci in agricoltura all’indomani dell’approvazione della legge sul biologico.

 

di Marcello Bartoli

Mentre una ricerca francese ha appena dimostrato che è necessario irrorare i pesticidi almeno a 100 metri dalle abitazioni per mettere al sicuro le persone che vivono in prossimità dei campi irrorati, in Toscana l’attuale legge regionale impone una distanza di appena 10 metri dai luoghi sensibili in caso di utilizzo di diserbanti.

Sono tanti, troppi i pesticidi nelle acque, sia di superficie che sotterranee. Dati preoccupanti emergono dal Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2017 – 2018 pubblicato da ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e l’edizione 2020 del dossier  Stop Pesticidi di Legambiente, redatto in collaborazione con Alce Nero, fotografa una situazione che vede risultare regolare e privo di residui di pesticidi solo il 52% degli alimenti analizzati.

La Toscana si è posta l’obiettivo del 40% della superficie agricola coltivata a biologico da qui al 2030, essendo tale superficie già oltre il 30%. Le superfici biologiche della regione hanno raggiunto i 144 mila ettari e gli operatori sono oltre 5.000, con le colture foraggere (30%), cerealicole (17%), viticole (10%) e olivicole (11%) che fanno la parte del leone in termini percentuali.

In occasione della Giornata mondiale della Terra la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini ha sottolineato come “l’impennarsi del costo di pesticidi e concimi chimici che rischia di strangolare le imprese agricole conferma quanto sia necessario ripensare il nostro sistema di produzione per renderlo più indipendente da input esterni, più resiliente e proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Secondo gli ultimi dati Istat la quantità venduta in Toscana di sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari è stata complessivamente di 2.557 tonnellate (Mg), il 4,6 % del dato nazionale. Si inverte purtroppo il trend in decrescita iniziato nel 2017. Delle 800 tonnellate di incremento, 100 riguardano prodotti organici di sintesi e oltre 700 lo zolfo. Rimangono stabili i prodotti rameici e gli oli minerali e vegetali.

Il consumo di Glifosate, che rappresenta il maggior responsabile del mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità delle acque toscane, dopo il calo progressivo degli ultimi quattro anni nel 2020 è tornato a crescere vistosamente raggiungendo quantitativi prossimi al triennio di riferimento 2011-2013 (96%).

Se è vero che i dati Istat sono utili per misurare in modo indiretto (dati di acquisto e vendita) i consumi di fitofarmaci, resta preoccupante il ritardo verso la transizione agroecologica del nostro Paese. La legge sul biologico, entrata ufficialmente in vigore il 7 aprile dopo oltre 15 anni di attesa, costituisce un’opportunità straordinaria ma è necessario sbloccare risorse fondamentali per incentivare la crescita del biologico, tra cui i finanziamenti contenuti nel Fondo per il biologico, nel PNRR e, in particolare, nel Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027.

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