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Stop al vincolo a tutela dei boschi, solo un favore all’industria del legno?

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Con l’emendamento al Decreto Asset centinaia di boschi potranno essere tagliati senza l’autorizzazione paesaggistica della Sovrintendenza. 

 

Redazione
14 ottobre 2023

Con la sentenza n. 239, depositata il 29 novembre 2022, la Corte Costituzionale dichiarava l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge regionale Toscana n° 52 del 2021 Disposizioni in materia di tagli colturali. Modifiche alla l.r. 39/2000”, (chiamata dai detrattori leggina taglia-boschi) in quanto lesiva delle competenze statali esclusive in materia di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente (artt. 9 e 117, comma 2°, Costituzione). Ma ora con l’emendamento al Decreto Asset presentato dal senatore e presidente della IX Commissione (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) Luca De Carlo, approvato il 27 settembre, è stato modificato l’art.149 comma 1 lettera c del codice dei Beni Culturali (dlgs 42/2004) con l’obiettivo di “rilanciare l’industria del legno”.

Ciò significa che centinaia di boschi italiani situati in aree definite come di “notevole interesse pubblico” (bellezze naturali e panoramiche, memoria storica e singolarità geologica) potranno essere tagliati senza più l’autorizzazione paesaggistica della Sovrintendenza. I dati dicono che circa l’85% del legname estratto in Italia è destinato alla combustione, principalmente come legna da ardere. A causa degli ingenti incentivi che sono stati dati negli anni alle stufe a legna e pellet il nostro Paese è il maggior consumatore di pellet in Europa con 3-4 milioni di tonnellate all’anno bruciate nelle case, ma circa il 90% di questo è importato.

“È stata modificata la legge Galasso che considerava i boschi come parte integrante del paesaggio – spiega Valentina Venturi, portavoce del Gufi (Gruppo Unitario per le foreste italiane) – mentre il paesaggio boschivo non sarà più tutelato. Ne beneficerà una filiera del legno di scarso valore, quello destinato alla combustione”. 

Non è dello stesso avviso Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana Centro: Finalmente viene rimosso un ostacolo assurdo per il comparto forestale toscano e italiano che ha causato gravi danni economici e gestionali per le aziende agroforestali”Anche per Marco Neri,  presidente di Confagricoltura Toscana “c’è una svolta per favorire la gestione sostenibile, prevenire gli incendi e i dissesti che i cambiamenti climatici provocano. Ringraziamo l’assessore regionale all’Agricoltura Stefania Saccardi per aver portato in fondo l’impegno assunto con il mondo forestale associativo”. 

Molto critico Stefano Deliperi del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIg): “Si avvicinano le elezioni europee e le forze politiche di centro-destra che sostengono il Governo Meloni vogliono ingraziarsi gli imprenditori e progettisti del settore forestale e il mondo venatorio (circa 470 mila cacciatori) e favorire così il riposizionamento strategico delle aziende italiane rispetto alla concorrenza dei mercati esteri”. 

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