Ecosistema

Uccelli acquatici svernanti: in Toscana ne sono stati censiti più di 100 mila

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Foto dalla pagina Facebook del Centro Ornitologico Toscano

Diffusi i dati del censimento condotto dal Centro Ornitologico Toscano. Le anatre sono le più numerose, aumentano oche selvatiche, gru e fenicotteri. 

 

di Gabriella Congedo
18 marzo 2023

censimento_1Anatre, oche selvatiche, fenicotteri, aironi, trampolieri: sono decine di migliaia gli uccelli acquatici che ogni anno, giungendo dalle regioni più settentrionali d’Europa, si radunano per trascorrere l’inverno in Toscana. E anche quest’anno gli ornitologi del Centro Ornitologico Toscano (COT) hanno percorso in lungo e in largo laghi, paludi e aree umide di tutta la regione per contarli. Li hanno aiutati volontari, soci e simpatizzanti, associazioni, parchi naturali ed enti locali.

Questi censimenti si svolgono in tutta Europa nel mese di gennaio e impegnano migliaia di volontari. Nel 2023 è stato raggiunto il traguardo della 40° edizione. In Italia l’attività è coordinata da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e svolta a livello regionale dal COT, associazione che dal 1984 si occupa di ricerca sugli uccelli in Toscana. Completata l’elaborazione dei dati il Centro Ornitologico Toscano ha comunicato i risultati.

I risultati del censimento

In totale sono stati censiti 108.395 uccelli acquatici appartenenti a 84 specie diverse. I più numerosi sono le anatre (circa 43.000) e tra di loro l’alzavola (22.900 esemplari), che predilige il Padule di Fucecchio, Bientina e le paludi maremmane; tra le altre specie di anatre le più diffuse sono il Germano reale (8.047 esemplari), il Mestolone (2.873) e il Moriglione (2.472).

Notevole anche il numero di oche selvatiche, oltre 3.500 individui concentrati principalmente nella Maremma grossetana. Anche l’appariscente fenicottero compare tra le specie più numerose con un totale di 6.721 esemplari distribuiti soprattutto nelle lagune costiere maremmane ma anche nella Piana Fiorentina, dove circa 160 fenicotteri sostavano agli Stagni di Focognano. Tra gli aironi, in costante aumento, la specie più diffusa è l’Airone guardabuoi (4.105 esemplari).

Preoccupa invece la diffusione anche in Toscana dell’Ibis sacro, una specie esotica invasiva: gli ornitologi ne hanno censiti oltre 1.100. Al contrario, del tutto spontanea e naturale è stata la colonizzazione da parte del Marangone minore, un piccolo cormorano proveniente dall’Europa orientale che da qualche anno si sta insediando in Toscana: sono 185 gli esemplari distribuiti tra la Val di Chiana, la Piana Fiorentina e il Padule di Fucecchio. Anche la Gru ha visto negli ultimi anni un costante incremento con circa 1.000 esemplari, in gran parte concentrati nel Parco Regionale della Maremma.
Infine tra i rapaci legati alle aree umide quest’anno si sono fatti notare il Falco pescatore (22 esemplari), l’Aquila anatraia maggiore (3 esemplari) e il Falco di palude (157).

La Maremma paradiso degli uccelli acquatici

Se guardiamo ai numeri totali la parte del leone la fanno le zone umide della Maremma (Padule di Bolgheri, Diaccia Botrona, Parco della Maremma, Lagune di Orbetello e Lago di Burano) con circa 46.000 uccelli presenti, ma ormai da una decina di anni stanno assumendo un’importanza crescente il Padule di Fucecchio e Bientina (23.784 uccelli censiti).
E infatti il sito con il più alto numero di uccelli acquatici è la Diaccia Botrona con un totale di 13.803 uccelli. Seguono in classifica la Laguna di Orbetello (12.557), il Padule di Fucecchio (12.337), Bientina (11.459) e il Lago di Burano (7.973).
Numeri importanti al punto che questi comprensori sono ormai considerati di importanza internazionale e nazionale per la conservazione di molte specie.

Questi censimenti, spiegano gli ornitologi del COT, nel corso degli anni hanno permesso di raccogliere una grande mole di dati e informazioni che, sommati a quelli raccolti nello stesso periodo da migliaia di volontari in tutta Europa, sono uno strumento importante per la conservazione e la gestione delle singole specie e, più in generale, degli habitat che le ospitano.

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