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Crisi del latte, Legambiente: allevatori baluardi del territorio

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Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente: “Il prezzo del latte deve essere regolato e gli allevatori sostenuti. Senza di loro molte aree sarebbero destinate all’abbandono”.

 

GROSSETO – Nei giorni in cui è esplosa la crisi del prezzo del latte Legambiente affronta ancora una volta il complesso tema del settore agricolo in Maremma, dicendo chiaramente che per rilanciarlo è necessario un intervento strutturato che guardi nella direzione di un’agricoltura realmente sostenibile.

Discorso a parte secondo l’associazione deve essere fatto per l’allevamento, messo a dura prova non solo dalla crisi del latte ma anche dal fenomeno delle predazioni che deve essere combattuto puntando tutto sulla convivenza tra lupo e uomo, sull’adozione di misure di prevenzione e su un sostegno concreto degli enti agli operatori.

“Il prezzo del latte deve essere regolato – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile Agricoltura di Legambiente – e la filiera deve essere rafforzata attraverso un sistema di investimenti traducibili in maniera rapida in interventi a sostegno degli allevatori. Di sicuro, la questione deve vedere tutti in prima linea. Il latte toscano deve essere competitivo senza, però, metterne a rischio la qualità e la specificità. La pastorizia in Maremma, come in moltissime aree del Paese, rappresenta un modello fatto da piccoli allevatori che tutelano e valorizzano il territorio e l’ambiente, aree che senza i pastori sarebbero destinate allo spopolamento e all’abbandono.

Gli allevatori non possono e non devono essere lasciati soli. Ci auguriamo – ha concluso Gentili – che le loro battaglie vengano tradotte presto in azioni capaci di far fronte alla situazione che li vede in ginocchio per consentirgli di continuare a essere un presidio insostituibile per il nostro territorio, garantendo la prevenzione del dissesto idrogeologico e la valorizzazione delle nostre produzioni di qualità attraverso una filiera basata su salubrità e tutela ambientale”.

Fonte: Legambiente Maremma