Agricoltura

Ungulati, associazioni e consorzi: “Il Tar condanna a morte l’agricoltura”

Vini-senesi
Reazione durissima del mondo agricolo toscano alla sentenza che ha sospeso la braccata al cinghiale accogliendo il ricorso di alcune sigle animaliste.

 

di Iacopo Ricci

Lo stop del TAR della Toscana alla braccata al cinghiale è una catastrofe per tutta l’agricoltura toscana. Come era prevedibile, la recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ha accolto il ricorso di alcune sigle animaliste (Caccia: il TAR Toscana ha accolto il ricorso delle associazioni) ha provocato la rivolta unanime degli agricoltori.

“Così si uccide l’agricoltura – è il commento di Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana – Si abbandonano tutti i migliori propositi per conservare in Toscana agricoltura, lavoro, ambiente, paesaggio, sicurezza. Come sempre succede, hanno più forza un manipolo di idealisti fuori dalla realtà anziché il voler perseverare in obiettivi che possano permettere un corretto equilibrio e valorizzazione delle nostre eccellenze. Auspichiamo che la sospensiva abbia vita breve”.

Di “condanna a morte” per le produzioni viti-vinicole di eccellenza parla Luca Sanjust di A.VI.TO., l’associazione che riunisce i grandi nomi del vino toscano. “Si tratta di una mazzata durissima per tutti noi – spiega Sanjust – perché ci lascia indifesi di fronte a una situazione oramai ingestibile in cui l‘aumento sproporzionato e incontrollato degli ungulati ha completamente rovesciato qualsiasi principio di equilibrio naturale. E i primi a pagare i conti di questa deriva falsamente ambientalista saranno proprio coloro che, come noi viticultori, sulla qualità dell’ambiente hanno fatto una scommessa imprenditoriale e di vita”.

Si unisce al coro anche Cia Toscana che parla di decisione incredibile e priva di senso dopo anni di appelli e danni causati dalla fauna selvatica. “Sono anni che l’emergenza ungulati è una piaga per l’agricoltura toscana – deplora Luca Brunelli, presidente dell’associazione – con vigneti e coltivazioni costantemente devastate; e invece di risolvere una volta per tutte, si blocca la pratica della braccata – prevista dalla Legge obiettivo della Regione Toscana – almeno fino al prossimo 17 settembre quando ci sarà un pronunciamento definitivo. I danni saranno incalcolabili».
La Cia da parte sua sta lavorando alla modifica della legge nazionale sulla caccia allo scopo di ottenere “una presenza equilibrata e gestita di ungulati e selvatici sui territori italiani e toscani”.

Durissimo il commento finale di Luca Sanjust di A.VI.TO: “Ci auguriamo che qualcuno, quando anche il settore del vino sarà messo in ginocchio, non venga da noi a piangere false lacrime di coccodrillo. O si interviene oggi, qui e ora, o è preferibile che chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica taccia, e lo faccia per sempre”.

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