Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Monoculture, mentre l’Uzbekistan ridimensiona il cotone la Cina lancia quella del grano

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Coltivazione di cotone in Uzbekistan

Questo sistema è sempre molto pericoloso e illogico. Cerchiamo di evitarlo, così come dovremmo scansare attentamente le “Monocolture della mente”.

 

di Sandro Angiolini
24 settembre 2023

È stata una settimana piena di notizie importanti per quanto riguarda varie questioni ambientali nel mondo. Le due che ho scelto di commentare oggi provengono dall’Asia, ma sono secondo me assai istruttive anche per noi.

Cominciamo da quella positiva: il presidente dell’Uzbekistan ha annunciato, alla seduta generale delle Nazioni Unite che ha avuto luogo a New York, che verrà meno l’obbligo nel suo Paese di coltivare e raccogliere cotone (spesso con l’impiego di bambini). Questa notizia mi ha colpito per diversi motivi, tra i quali:

– l’Uzbekistan è grande una volta e mezzo l’Italia ed io ci sono stato un paio di volte per ragioni di lavoro: è un paese bellissimo, ma anche segnato da un grave inquinamento del suolo, dovuto in gran parte proprio alla ripetuta monocoltura del cotone, pianta che, in quelle condizioni di tecnica agronomica, ha bisogno di un forte impiego sia di concimi che di pesticidi;

– l’Uzbekistan è anche uno dei Paesi dell’Asia centrale che per primi ha lasciato da parte un sistema oligarchico di potere e che sta cercando di diversificare la propria economia. Cercando appunto di non dipendere più dallo sfruttamento irrazionale di poche risorse.

L’annuncio del presidente Shavkat Mirziyoyev è quindi da accogliere con soddisfazione perché rappresenta non solo un grande passo in avanti dal punto di vista sociale, ma anche perché la terra e l’acqua del suo Paese gliene saranno probabilmente molto grati.

Di segno opposto la notizia che avevo letto alcune settimane fa sul settimanale inglese “The Economist”: in Cina si sta diffondendo la monocoltura del grano. È una notizia che a molti potrà apparire singolare: com’è che una nazione tradizionalmente associata al riso sta piantando grano a più non posso?

I motivi sono diversi (ad esempio per coltivare il grano non occorre acqua, risorsa sempre più scarsa), ma quello fondamentale è che l’attuale governo è sempre più preoccupato di assicurare la propria indipendenza alimentare e quindi ha individuato nel grano la coltivazione più adatta a garantirla. Fin qui poco da dire, dato che ogni Paese è ovviamente libero di perseguire gli obbiettivi che preferisce (certo, se fossero condivisi con i propri abitanti sarebbe meglio…), ma sul modo con cui lo stanno perseguendo le critiche del settimanale inglese non mancano.

In breve, per fare posto al grano i Cinesi stanno spiantando piantagioni di alberi da frutto (realizzate circa 12-15 anni fa quando la pianificazione centralizzata imponeva tali colture per diversificare l’economia agricola) e occupando persino lo spazio prima destinato a parchi e giardini periurbani; lascio a voi ogni possibile commento.

Concludendo: le monocolture della terra sono sempre molto pericolose e illogiche. Cerchiamo perciò di evitarle, così come dovremmo cercare di scansare attentamente le “Monocolture della mente” (per citare il titolo del famoso libro di una ecologista indiana): sono talvolta meno evidenti ma altrettanto dannose, anche per l’ambiente.

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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