Agricoltura

Terreni abbandonati, il M5S chiede il resoconto di Banca della Terra

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La consigliera Irene Galletti: “Su molti terreni l’attività potrebbe ripartire invece assistiamo a una continua diminuzione delle aree agricole sfruttate a dovere”.

 

di Marcello Bartoli

Secondo l’ultimo censimento agricolo, in Toscana ci sarebbero la bellezza di 500 mila ettari di terreni agricoli in stato di abbandono. L’allarme, lanciato recentemente da Coldiretti, è rimbalzato sulle pagine di tutti i giornali.
Partendo da questi numeri assai pesanti il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale per avere un resoconto dei risultati ottenuti da Banca della Terra.
“Vorremmo sapere – spiega la consigliera Irene Galletti – quante attività agricole sono nate grazie ai terreni dati in concessione e in affitto e quante risorse regionali sono state impiegate per il funzionamento di Banca della Terra dal 2012 a oggi”.

La Banca della Terra è l’agenzia della Regione Toscana nata per catalogare i terreni abbandonati o incolti, che vengono inseriti in una specie di “catasto” on line e periodicamente messi a bando per l’assegnazione in concessione o in affitto. Con una corsia preferenziale per i giovani agricoltori under 40.

La Banca della Terra toscana è stata la prima del genere in Italia e in Europa. Ma funziona davvero? si chiede Galletti: “Su molti terreni abbandonati l’attività della coltivazione potrebbe facilmente riprendere – insiste la consigliera – e invece, anche a causa di politiche miopi, assistiamo a un progressivo decremento delle aree agricole sfruttate a dovere con effetti negativi che portano, tra le altre cose, ad acuire pericolose situazioni di dissesto idrogeologico”.

Valorizzare il patrimonio agricolo vuol dire difendere e potenziare il tessuto produttivo locale. “Ecco perché – conclude la consigliera pentastellata – siamo molto attenti ai riflessi delle scelte che la politica fa su questi temi. Banca della Terra è una realtà che dovrebbe essere protagonista nella tenuta e nel rilancio del settore primario. Conoscere i risultati della presenza di questo istituto di credito in questi sette anni di attività è un primo passo per indirizzare al meglio le scelte politiche del futuro”.

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