Rinnovabili

Eolico nel Mugello, alcune associazioni continuano a dire “no” al progetto

Sala storica Dino Campana della Biblioteca delle Oblate.
Sala storica Dino Campana della Biblioteca delle Oblate.

Alla riunione organizzata a Firenze dall’assessore all’Ambiente Monia Monni un gruppo di associazioni e comitati hanno ribadito la loro opposizione.

 

di Marcello Bartoli
17 settembre 2024

FIRENZE – Lo scorso maggio la Regione Toscana ha detto no al progetto del parco eolico di Orbetello che prevede, nella frazione di San Donato, la costruzione di un parco eolico composto da 9 pale di 170 metri di diametro del rotore, alte complessivamente 200 metri, in un’area di circa 7 km. In generale, si è rilevato, il paesaggio fra il litorale e le colline della Maremma verrebbe deturpato.

Procedono invece i lavori per il parco eolico di Monte Giogo di Villore in Mugello dopo che il TAR della Toscana ha respinto a inizio anno i due ricorsi presentati uno da Italia Nostra e CAI sezione di Firenze e l’altro dal Comune di San Godenzo per bloccare l’impianto sulle montagne mugellane tra Vicchio e Dicomano. Le due associazioni si sono appellate comunque al Consiglio di Stato con una nota sottoscritta anche da Comitato per la tutela del crinale mugellano, Atto Primo e Dicomanocheverrà.

Sulla questione pale eoliche nel Mugello sono tornate alla carica alcune associazioni e comitati in occasione della riunione tenutasi a Firenze il 6 settembre organizzata dall’assessore all’Ambiente Monia Monni in vista della predisposizione del disegno di legge regionale in materia di aree idonee e inidonee all’installazione di impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili. Per Italia Nostra, Atto Primo, Altura, GrIg, Cai, Comitato per la tutela del crinale mugellano, Comitato no eolico industriale di Firenzuola, NUDM-Mugello e altri comitati dell’Appennino continua a essere una zona inidonea per l’installazione di un impianto industriale eolico.

Secondo le associazioni il progetto comporterebbe un enorme consumo di suolo in un territorio soggetto a rischio sismico oltre a presentare tutte le caratteristiche di area da tutelare e da estendere ad area protetta in quanto zona espansiva di fauna, avifauna e flora. Questi habitat, hanno aggiunto, sono protetti da Direttive comunitarie e regionali e comprendono molti itinerari di turismo lento ed escursionistico.

Alcune contraddizioni riguarderebbero le recenti dichiarazioni del presidente della Regione Toscana Eugenio GianiNon ci sarà nessuna speculazione legata agli impianti eolici nel territorio di Magliano in Toscana e più in generale in Maremma che per la sua vocazione turistica, per le caratteristiche paesaggistiche e agricole, non si presta ad ospitare impianti di pesante impatto”. Una dichiarazione simile sarebbe stata rilasciata il 30 agosto dal governatore anche per la Val di Cornia: “I mega impianti sono la negazione della crescita turistica, agricola e dello sviluppo dei territori e la Val di Cornia per la sua bellezza, per l’armonia dei suoi paesaggi e per la sua vulnerabilità turistico-finanziaria è una zona inappropriata per l’installazione di mega impianti”.

Associazioni e comitati si sarebbero aspettati una posizione analoga a quella presa per la Val d’Orcia e la Maremma anche per il Mugello e per il Montefeltro: “Esiste forse una Toscana da tutelare e una marginale che è possibile declassare e degradare a sito industriale, senza considerare nemmeno le ragioni di salvaguardia dei vicini di casa romagnoli e marchigiani?”. Il rischio sarebbe quello di veder accadere in Mugello quanto già avvenuto in alcune zone del Sud Italia, dove l’eolico selvaggio avrebbe ridotto i territori a periferie industriali con danni incalcolabili all’ambiente, al paesaggio e al turismo.

Per gli impianti di energia rinnovabile abbiamo già disponibili aree edificate: coperture di case, magazzini, centri commerciali, parcheggi e tante altre superfici che potrebbero essere ricoperte di pannelli fotovoltaici – chiudono le associazioni – senza consumare altro suolo e senza provocare danni all’ambiente e al paesaggio, valorizzando le comunità energetiche rinnovabili, evitando così consumo di suolo, deforestazione, cementificazione e impermeabilizzazione dei versanti e dei crinali, svalutazione delle economie locali, perdita di valore di immobili, terreni e attività”. 

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